Il Consiglio di Stato ha infatti respinto la richiesta di istanza cautelare avanzata dal Comune di Capri contro la sentenza breve con cui il Tar Campania a novembre scorso aveva annullato il regolamento sulle sale da gioco. “Non sussistono adeguate ragioni per riformare la sentenza in via cautelare”, si legge nell’ordinanza. Diviene determinante il motivo di aver adottato il provvedimento senza la maggioranza qualificata richiesta per questo argomento. Ed il comune si vede così respingere l’ordinanza.
Le due aziende capresi che hanno contestato l’atto, hanno avuto ragione. Lo scorso novembre i titoli di esercizi di scommesse avevano provveduto a ricorrere al Tar Campania contro la delibera del comune votata favorevolmente a settembre per “il divieto assoluto per gli apparecchi da gioco a meno di 500 metri dai cosiddetti luoghi sensibili”. Erano stati concessi dal comune 90 giorni per togliere le slot-machine dai locali e dal territorio. Ma l’amministrazione comunale aveva provveduto a dare esecuzione alla delibera senza tener conto di un aspetto fondamentale. La delibera, infatti, era stata votata da una maggioranza qualificata: da soli 7 consiglieri, con 2 contrari su 13 consiglieri. Questo il fatto contestato e tale motivazione è stata ritenuta validissima dal Tribunale Amministrativo per annullare il provvedimento comunale. “Per l’approvazione del Regolamento comunale, in base all’attuale disciplina vigente nel Comune di Capri, – spiega l’ordinanza del Consiglio di Stato – risulta necessario in prima convocazione il voto favorevole di 8 componenti dell’organo consiliare (compreso eventualmente il Sindaco)»: questa la sentenza del Tar che ha annullato la delibera e tutti gli atti che ne derivano.