Ennesimi disagi della sanità isolana. La storia, fortunatamente a lieto fine, vissuta da un operatore del 118, mette in evidenza, ancora una volta, l’emergenza con la quale siamo costretti a convivere tutti noi che abitiamo, viviamo, e lavoriamo sulla nostra isola.
Nei giorni scorsi è stato necessario trasportare sul continente un infermiere del 118 colto da malore mentre prestava soccorso a sua volta ad una paziente. Verificata la gravità dei sintomi dal medico del 118 presente sul posto e fatta diagnosi di infarto, la persona veniva trasportata immediatamente in Codice Rosso all’ospedale Rizzoli dove i medici mettevano in atto tutti i protocolli farmacologici previsti dalla rete dell’infarto: un protocollo redatto dalla Asl Napoli 2 Nord di cui l’UOC UTIC Cardiologia di Ischia è parte integrante. I sanitari immediatamente richiedevano trasferimento con Elisoccorso del 118 dopo il trattamento d’emergenza riservato al paziente. Tale trasferimento era possibile solo dopo 4 ore dall’accesso del paziente in ospedale, contro ogni regola prevista dai protocolli, a causa delle condizioni meteo definite avverse. La Direzione Sanitaria dell’ospedale chiedeva l’intervento del Prefetto per la richiesta di elicottero dell’Aeronautica Militare che già altre volte ha garantito i trasferimenti in terraferma dei pazienti in imminente pericolo di vita. Solo dopo numerosi tentativi, davvero dispendiosi, giungeva l’elicottero del 118 sulla nostra isola, anche grazie al miglioramento del tempo. Si procedeva così al trasferimento del paziente ancora sintomatico presso l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli dove veniva praticata angioplastica di salvataggio da parte dei dottori che erano in attesa fin dalla mattina del paziente per poter intervenire dopo il trattamento praticato nell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno.
Questo caso pone diversi interrogativi sul perché Ischia non sia riconosciuta sede disagiata e sugli interventi possibili da parte della Regione che prevederebbero un ridimensionamento o persino la chiusura del Reparto UTIC Cardiologia per i prossimi anni. Nel contempo non possiamo non riconoscere i sacrifici fatti da personale medico e infermieristico, sempre più esiguo, che in ogni situazione cerca di garantire l’assistenza ai pazienti cardiopatici critici e soprattutto a quelli in pericolo di vita.
I nostri cittadini, sempre più abbandonati, hanno il diritto sacrosanto di sentirsi tutelati come spetta ad ogni italiano, nonostante abitino, vivano e lavorino su di un isola.