“Le polemiche sul tema condono rispecchiano in pieno la mostruosa ipocrisia di cui è vittima questo Paese. Il problema non sono solo le regole, ma ancora di più chi le deve applicare: classe dirigente e politica scandente”. Lo ha detto il vice coordinatore della Campania di Forza Italia Severino Nappi nel corso del suo intervento alla trasmissione televisiva di La7 l’Aria Che Tira. “Non difendo gli interessi degli abusivi, ma quelli dei cittadini – aggiunge Nappi – . Per esempio su Ischia c’è un contrasto normativo folle: le casette di Casamicciola sono tutte costruite dagli anni ’30 ai ’60, ed è assurdo che, per ricostruire, sia richiesto di utilizzare il materiale di quegli anni rispettando però le regole antisismiche di oggi. A Napoli, e nella maggior parte della Campania, la situazione è ancora più surreale: le periferie, anche quelle degradate, sono soggette alle stesse regole urbanistiche di Palazzo Reale: la conseguenza è che, per costruire, hai gli stessi vincoli stringenti dei monumenti. Ed è così che si sono create le condizioni per una marea di abusi edilizi”, conclude Nappi.
CONDONO ISCHIA, NAPPI A LA7: QUADRO NORMATIVO FOLLE, ITALIA PAESE PARALIZZATO DA CORTOCIRCUITI LEGISLATIVI
“Le polemiche sul tema condono rispecchiano in pieno la mostruosa ipocrisia di cui è vittima questo Paese. Il problema non sono solo le regole, ma ancora di più chi le deve applicare: classe dirigente e politica scandente”. Lo ha detto il vice coordinatore della Campania di Forza Italia Severino Nappi nel corso del suo intervento alla trasmissione televisiva di La7 l’Aria Che Tira. “Non difendo gli interessi degli abusivi, ma quelli dei cittadini – aggiunge Nappi – . Per esempio su Ischia c’è un contrasto normativo folle: le casette di Casamicciola sono tutte costruite dagli anni ’30 ai ’60, ed è assurdo che, per ricostruire, sia richiesto di utilizzare il materiale di quegli anni rispettando però le regole antisismiche di oggi. A Napoli, e nella maggior parte della Campania, la situazione è ancora più surreale: le periferie, anche quelle degradate, sono soggette alle stesse regole urbanistiche di Palazzo Reale: la conseguenza è che, per costruire, hai gli stessi vincoli stringenti dei monumenti. Ed è così che si sono create le condizioni per una marea di abusi edilizi”, conclude Nappi.