TERREMOTO. CLASSE POLITICA DA “RINCHIUDERE”… L’OPINIONE DI GIUSEPPE MAZZELLA

“Faremo un decreto per Ischia la prossima settimana e lo porterò
personalmente al consiglio dei ministri” ha annunciato il premier Giuseppe
Conte giovedì 6 settembre visitando i luoghi del sisma del 21 agosto 2017.
Ma è decreto lungo, farraginoso, complesso che unisce le “ emergenze
nazionali” soprattutto il crollo del Ponte Morandi a Genova. Avrà un lungo iter
ma ha il merito di porre la “ questione di Ischia” all’ attenzione nazionale.
Abbiamo già due Commissari uno all’emergenza ed un altro alla ricostruzione. Quest’ultimo nominato con delibera del consiglio dei ministri l’8
agosto ( casualità: il giorno di una forte scossa di terremoto del 2,8
magnitudo). Il Commissario alla “ ricostruzione” non ha poteri certi , non sono
chiare le responsabilità ,la funzione stessa. Nascono domande ovvie: Ma
possono convivere due Commissari? e forse addirittura arriverà il terzo
dalla Regione per il Piano Urbanistico che per legge regionale del 2004 i
Comuni dovranno adottare ( ma come fanno se non hanno nemmeno dato
l’ incarico ad un architetto?). Ed allora? Andiamo! Mi pare chiaro! qui non si
vuole avviare la Pianificazione Urbanistica dopo il grande sacco di Ischia
degli anni 70-80 del 900: sono sorti almeno 50mila vani abusivamente in
10 anni con un incremento del 300%. Le domande di condono edilizio sono
oltre 27mila depositate nei sei Comuni.! Non si può RICOSTRUIRE senza
DEMOLIRE e questa volta bisogna fare i conti non con il PAESAGGIO ma
con la SICUREZZA SISMICA. Uno dei sei vulcani dell’ isola d’ Ischia, quello
più turbolento, si è però risvegliato dopo 134 anni ed aveva già dato segnali
di sè per SEI VOLTE nel XIX secolo!!!!!! Ergo: senza un Piano Urbanistico
SEVERO ma certamente POSSIBILE non si può avviare alcuna
Ricostruzione. BISOGNA FARE UN PIANO REGOLARE!!!! Sono rimasto
sconcertato dall’ intervento dell’ assessore regionale all’ urbanistica, Bruno
Discepolo, architetto, alla tavola rotonda organizzata dal PIDA a Villa Arbusto
sulla ricostruzione: neanche pronunciata la parola “ pianificazione territoriale”,
nessun accenno ad un unico Piano per l’ isola d’ Ischia.

Così mi sono ricordato delle battaglie giornalistiche, politiche e culturali che
pochi di noi facevano negli anni ‘ 80 del ‘ 900, quelli della cementificazione
selvaggia e con il mito dell’ espansione economica all’ infinito.
Mi sono ricordato quel bellissimo articolo del prof.Edoardo Malagoli apparso
su un giornale locale ,agli inizi del 1985 dove Malagoli denunciava il sacco di
Ischia, la distruzione non solo del territorio ma dei grandi valori della nostra
civiltà contadina e rimarcava che nei petti degli ischitani si era “ essiccato il
gusto per l’ armonia per far posto ad una cupa smania di eversione, all’ acre
gusto dell’ ingratitudine verso i valori dei padri, alla stolta attrazione per il
caotico, l’ alienante, l’ informe, il volgare”.
Ed ancora una acuta osservazione del prof. Sebastiano Conte, urbanista ed
allora Presidente del Centro Studi su l’ Isola che aveva scritto un
documentatissimo studio sulla caotica espansione edilizia, proferita nel corso
di un convegno sul primo “ condono edilizio” nel 1985 alla presenza dell’
allora sottosegretario alla giustizia, on. Antonio Carpino, socialista.
“ La classe politica – affermò Sebastiano Conte – non ha voluto “chiudere” se
stessa nella politica di pianificazione”.
Infatti non abbiamo mai avuto un Piano Regolatore Generale dell’ isola d’
Ischia. Nessun Comune ha messo in “ esecuzione” il proprio PRG tanto che
la “ Legge Galasso” del 1984 ha dovuto imporre un Piano Urbanistico
Territoriale “ sovraordinato” che è stato approvato in maniera di divieto
assoluto di edificazione nel 1995 dal Ministro Paolucci dopo 11 anni di
inadempienza regionale.
Nemmeno il terremoto del 21 agosto 2017 che tocca principalmente
Casamicciola ma anche Lacco Ameno e Forio ha smosso le acque per
avviare la Pianificazione.
Trenta anni fa si poteva essere contro la politica di Piano da un’ottica “
liberista” perché il mercato faceva da sé per le “ vacche grasse” della grande
domanda turistica. Ma oggi in cui le vacche sono magre – ma già da molti
anni – e rese ancora più magre dal terremoto la politica di Piano diventa
indispensabile. Non si può Ricostruire senza prima Demolire. Bisogna
risolvere un problema sociale di 2500 sfollati, bisogna rimettere in moto l’
economia ed addirittura bisogna “ riconvertire” una economia facendola
diventare polivalente. Due “ Scienze” dimenticate – l’ economia politica e la
geologia – ridiventano d’attualità drammatica: non si può “ costruire” o “
ricostruire” in un’isola vulcanica che ha già 100mila vani senza sicurezza e
forte mitigazione sismica. Non si può andare avanti con una economia senza
Programmazione e senza la “ regolamentazione pubblica” dello sviluppo. Chi è chiamato a decidere dovrà dire più “ NO” che “ SI” e quando dirà” SI” deve
aggiungere il “ MA”.
E’ tempo quindi che la classe politica – anche di questa Seconda o Terza
Repubblica – “ chiuda se stessa” nella Politica di Piano.
Il terremoto di Casamicciola deve rappresentare una svolta civile per tutti: lo
Stato, la Regione, la Città Metropolitana, i Comuni e chi li governa.
I cittadini sono stanchi, sfiduciati, stremati. Spetta alla Repubblica “ unica ed
indivisibile” ridare Speranza.
Casamicciola, 15 settembre 2018
Giuseppe Mazzella
Giornalista-direttore dell’ agenzia di stampa “ Il Continente”

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