FORIO. SAVIO (PCIML): “UTILIZZARE L’IMPOSTA DI SOGGIORNO PER RENDERE PIU’ VIVIBILE IL PAESE”

Sull’utilizzo dell’imposta di soggiorno a Forio, interviene Domenico Savio del Pciml:

“L’articolo 4 del decreto legislativo 14 marzo 2011 n.23 ha sancito per i Comuni delle località turistiche o città d’arte la possibilità di istituire, o ripristinare, un’imposta di soggiorno – da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno – a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul territorio comunale. Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.

Secondo noi gli interventi a sostegno delle strutture ricettive possono essere individuati in tutte le scelte amministrative che promuovono il funzionamento e il miglioramento dei servizi pubblici locali, dalla viabilità all’illuminazione, al decoro ambientale, alla valorizzazione del patrimonio culturale, architettonico e artistico, alla conservazione dei centri storici, liberi da pratiche commerciali invadenti e dequalificanti il contesto storico-architettonico. Riteniamo che la promozione turistica di un territorio consista innanzi tutto nel funzionamento e nel potenziamento dei servizi pubblici locali, di cui Forio è estremamente carente e che suscitano vivaci lamentele da parte della popolazione residente e turistica.

Ad esempio non depone a favore della promozione turistica del nostro territorio – e, dunque, a sostegno dello sviluppo economico, occupazionale, imprenditoriale e commerciale del paese – quella puzza nauseabonda che da circa 70 anni fuoriesce nel porto dalla Cava di Monterone ammorbando l’entrata del paese, il tombino esistente alla base del pontile degli aliscafi che quando piove abbondantemente esonda diffondendo nel circondario miasmi cadaverici, la mancanza di sicurezza e di servizi igienico-sanitari sulle spiagge libere, il verde, la viabilità e l’illuminazione pubblici carenti, la pulizia del territorio che lascia a desiderare, la mancanza di pensiline sulle fermate degli autobus, l’abbandono del patrimonio culturale, architettonico e boschivo pubblico e privato, eccetera.

La migliore promozione turistica di un territorio è senza dubbio la disponibilità e il funzionamento di tali servizi pubblici locali e riteniamo che la legge sull’istituzione, o ripristino, dell’imposta di soggiorno mirasse proprio a questo e non a utilizzarla pure per la propaganda o pubblicità delle attività turistiche all’estero con una consistente spesa di materiali e viaggi, cosa a cui si potrebbe pure pensare, ma dopo il soddisfacimento delle enormi carenze dei servizi pubblici locali. L’incasso derivante dall’imposta di soggiorno non proviene dagli albergatori, dai termalisti e da altri operatori del turismo, ma dai turisti per garantirgli, il Comune, l’utilizzo e il godimento dei suddetti servizi pubblici locali.

Riteniamo che la pubblicità alberghiera e termale debba essere fatta pagare da quei potenti imprenditori che col turismo si arricchiscono a dismisura sfruttando anche, purtroppo nella legalità del sistema e potere politico borghese, la classe lavoratrice operaia e intellettuale. Partecipare alle Fiere del Turismo compete agli imprenditori del settore, che vanno a promuovere i propri prodotti dai quali traggono enormi profitti che gli consentono di arricchirsi, mentre agli enti pubblici, dal Comune alla Regione e allo Stato, spetta il compito di rendere accogliente e ospitale il territorio attraverso la disponibilità e il funzionamento dei servizi pubblici locali.

Quando una parte dell’imposta di soggiorno viene utilizzata dal Comune per la promozione, propaganda e pubblicità turistica con viaggi in Italia e all’estero essa è sottratta alla collettività che, comunque, provvede al mantenimento dei suddetti servizi pubblici locali. In tal caso i costi ricadono finanche su quella massa di lavoratori già “legalmente” sfruttata nelle aziende alberghiere e termali. Consideriamo che ciò sia civilmente e umanamente troppo e in quei Comuni dove ciò avviene urge un profondo cambiamento amministrativo, cioè il passaggio del potere dalla classe padronale a quella lavoratrice. E non parliamo di possibili conflitti di interesse laddove ad amministrare un Comune ci siano pure amministratori riconducibili a famiglie di albergatori.

Qualche giorno fa sulla stampa locale l’assessore Davide Castagliuolo – che probabilmente avrà la delega al bilancio, in quanto nella passata consiliatura ha già svolto il compito di collaboratore del sindaco al bilancio e finanze, tributi e spending review – ha reso pubblico l’utilizzo dell’entrata dell’imposta di soggiorno relativa al 2017, consistente in €.1.155.337 – per il 2018 l’entrata sarà ci circa €.1.600.000, cifre che già conoscevamo e per le quali nel passato consiglio comunale ci siamo battuti inutilmente affinché esse venissero spese integralmente per la soluzione dei servizi pubblici locali sopra richiamati e che la promozione turistica non ricadesse sulle tasche dei Foriani – e informando che per la promozione turistica sono stati spesi €.250.000, oltre a €.112.000 per feste natalizie e festa padronale, totale €.362.000, che avrebbero potuti essere spesi più oculatamente per risolvere alcuni dei servizi pubblici locali innanzi esposti, oltre a istituire lo scuolabus e la mensa scolastica gratuita nella scuola dell’obbligo.

Ma a Forio si è appena votato e la maggioranza degli elettori ha, purtroppo, confermato al potere la passata e scellerata politica amministrativa di centrodestra del clientelismo, del favoritismo e dello sperpero di danaro pubblico, sicché il nostro paese continuerà ad essere mal governata, i potentati economici locali nativi e acquisiti continueranno ad arricchirsi e la classe lavoratrice perseguirà nello stato di sfruttamento padronale, di arretratezza e di bisogno individuale, familiare e sociale, anche perché nell’attuale consiglio comunale non c’è più un’opposizione ideologica, politica e sociale della difesa degli interessi della classe lavoratrice operaia e intellettuale di Forio.

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