ISCHIA. ASSOLTO IL GIUDICE ALBINO AMBROSIO DALL’ACCUSA DI ABUSIVISMO EDILIZIO. IL GIUDICE E’ STATO DIFESO DALL’AVVOCATO MOLINARO

bruno-molinaroIl giudice Albino Ambrosio, già dirigente, negli anni scorsi, del Tribunale di Napoli, Sezione Distaccata di Ischia, è stato assolto stamattina dal Giudice Alberto Capuano della medesima Sezione dalla grave accusa di aver realizzato abusivamente in Ischia, località Campagnano, un fabbricato di 160 mq.

Il giudice Ambrosio è stato difeso dall’avvocato Bruno Molinaro che ha chiesto la definizione del processo nelle forme del rito abbreviato, emergendo già dagli atti acquisiti al fascicolo dibattimentale la prova inconfutabile che il contestato fabbricato di 160 mq era, in realtà, preesistente legittimamente in sito da epoca remota.

Il dott. Ambrosio aveva, in effetti, eseguito all’interno del predetto immobile semplici opere di manutenzione finalizzate, altresì, al legittimo mutamento della originaria destinazione d’uso.

L’avvocato Molinaro ha, infatti, fortemente sostenuto e dimostrato che le opere realizzate, senza alterazione dell’originario stato dei luoghi e dell’aspetto esteriore dell’edificio, erano tutte  assolutamente legittime perché coperte da regolari titoli abilitativi (DIA e SCIA, per le quali il comune non aveva adottato alcun provvedimento inibitorio).

Per le opere esterne (piccoli muri, scala, ecc.), l’Ambrosio aveva, invece, conseguito sia il permesso di costruire in sanatoria che l’accertamento di compatibilità paesaggistica, preceduto quest’ultimo da conforme parere della Soprintendenza.

L’avvocato Molinaro ha depositato in giudizio anche i calcoli del Genio Civile e due attestati dello stesso ufficio tecnico che hanno confermato, rispettivamente, la piena corrispondenza delle opere oggetto del titolo in sanatoria con quelle descritte nel decreto di citazione e la loro doppia conformità alle previsioni del P.R.G. vigente nel comune d’Ischia.

Va aggiunto che il giudice Capuano, nel corso dell’udienza, ha anche escusso il tecnico comunale Ing. Francesco Fermo, appositamente convocato, il quale ha ribadito che le opere interne al preesistente fabbricato erano tutte legittime perché assistite da DIA e SCIA in variante non inibite e che quelle esterne non erano altro che opere di recupero di parracine preesistenti, per le quali era intervenuto anche il parere favorevole della Soprintendenza.

In conclusione, il giudice Capuano ha assolto l’imputato da tutti i reati ascrittigli in relazione alle opere eseguite presso l’immobile preesistente in ragione della “lieve tenuità del fatto”.

Ha, inoltre, dichiarato non doversi procedere nei confronti dello stesso per le opere esterne, alla luce dell’intervenuto permesso di costruire in sanatoria.

Il P.M. Imperatore, presente in aula, aveva formulato analoghe richieste.

L’avvocato Molinaro ha, infine, chiesto ed ottenuto l’immediato dissequestro delle opere.

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