Il 5 maggio 2002 arrivava ad Ischia Papa Giovanni Paolo II: a distanza di 16 anni, il ricordo di quei momenti resta scolpito nella mente di quanti hanno avuto la possibilità di assistere a questo evento, sia in strada, che nelle due piazze dove il papa santo incontrò i fedeli isolani.
Per l’occasione, giunsero sull’isola le più alte personalità, dal sindaco di Napoli dell’epoca, Rosa Russo Iervolino al governatore della Campania, Antonio Bassolino. Ma l’isola seppe farsi trovare come sempre con le sue caratteristiche peculiari: ad accogliere infatti il Santo Padre all’eliporto casamicciolese, non un sindaco regolarmente eletto, ma ben due commissari prefettizi, quello di Ischia e quello di Casamicciola, visto lo scioglimento anticipato dei due consigli comunali. Nè Arnaldo Ferrandino né Luigi Telese poterono essere presenti, quel mattino, con tanto di fascia tricolore. Solo dopo 21 giorni, il 26 maggio sarebbero stati eletti i successori, Giosi Ferrandino a Casamicciola e Peppe Brandi ad Ischia.
Ma torniamo alla gente, assiepata lungo tutto il tragitto, percorso dalla papamobile dall’eliporto fino ad Ischia Ponte, dove Papa Woytila celebrò la santa messa domenicale, con tutto il clero, guidato dal vescovo padre Filippo Strofaldi. Quel vescovo-cantautore, giunto da Napoli che aveva tre “pallini” nella sua testa da realizzare: il ritorno del corpo di san giovan giuseppe della croce ad Ischia, la visita del Papa sull’isola e la nomina di un vescovo ischitano. E’ riuscito nella sua vita solo in due propositi…
Torniamo al 5 maggio 2002: dopo la Messa, il pranzo ed il riposo in seminario, arzillo come non mai, quell’uomo vestito di bianco, pure minato nel corpo dall’età e dalla malattia, ma non nello spirito, fu condotto alle 17 all’incontro con circa 8mila giovani, nel piazzale del soccorso a Forio…Tanti giovani che attendevano l’arrivo del Papa dalle 6 del mattino e che avevano provato e riprovato quei canti napoletani e quell’inno, “Vai Papa vai”, scritto per l’occasione da don Giosi Cento. E all’arrivo da lontano della papamobile, scoppiò tutto l’entusiasmo giovanile, in quel piazzale gremitissimo e guardato a vista, da terra, dal cielo e dal mare.
Qui, la fantasia, l’estro e un po’ di sfacciataggine giovanile, trovò la sua massima espressione quando fu presentata al Papa una gigantesca torta per il suo imminente compleanno del 18 maggio….
Dopo un’ora, quasi all’imbrunire, calarono i riflettori sull’evento, e su tanti volti c’era la gioia mista alla tristezza che quell’incontro fosse già terminato…
Dopo 16 anni ci sarebbe da interrogarsi su quanto e come il messaggio del Papa abbia lasciato segni concreti nell’animo di ciascuno, nella vita privata come nell’impegno pubblico: quel sintetico “Ascolta, accogli, ama”, rivolto alla comunità isolana, per un cammino nuovo soprattutto nella sua missione turistica, che avrebbe dovuto ridare un nuovo smalto ed uno slancio nella vita di ciascuno, per costruire un nuovo futuro, credenti e non… Ma sarà stato poi così?