Nell’epoca del disincanto e della volgarità istituzionale nuove forme di apatia si alleano con la puntuale retorica di colui che giura sul significato profondo della Costituzione ma poi non fa nulla per vivificarlo e anzi dà sfogo ad un cinismo travestito da real-politik, pilotato dal disegno affaristico di una cultura che non vuole realizzare riforme profonde a beneficio del popolo. Il voto, per il giurista fiorentino Piero Calamandrei, è l’esito di un processo che annulla la malattia giovanile: l’indifferentismo. La Costituzione è un documento che polemizza contro il male sociale dei tempi presenti. Occorre essere preparati. Il voto deve essere il coronamento di una cittadinanza consapevole che senta le leggi come una intima creazione. Serve una libertà più nobile che ci permetta, adottando appositi strumenti, di vigilare sul potente e di esprimere un contributo alla causa di tutti. Una piena libertà che ci consente di diventare uomini sui iuris, cioè alle dipendenze soltanto dei nostri Principii morali. Il principale compito stà nella costruzione di uno Stato che sia per davvero la Res Publica, intenzionata a rimuovere i privilegi e contrastare il più possibile quella che il filosofo americano Harry Frankfurt chiama “l’intrinseca innocenza morale della disuguaglianza economica”. Il nostro paese Italia non può subire le urla populiste di una folla ( ochlos) che acclama e continua ad amare il ladro Barabba mentre disprezza l’autenticità di Socrate. Esso ha per motto la formula Giustizia e Libertà, lotta contro ogni pericolo totalitario e mette in scena una politica pedagogica con l’intento di educare allo Spirito critico, alla Virtù civile e allo stupore nell’ascolto del “Tu”. Il 2 giugno 1946 rappresentò la solenne promessa di un Ideale che andrebbe coltivato ogni giorno e che pose le basi per una rinascita del cittadino sui iuris e introdusse gli stimoli necessarii per replicare con passione ed intelligenza al nuovo tiranno. Il voto acquisisce un Valore prezioso in quanto offre all’individuo l’opportunità di raccontare sé stesso e di esibire una Coscienza civica. Il vissuto dell’uomo si può sintetizzare anche in una semplice alzata di mano: un piccolo gesto meritevole di assoluto rispetto. Le urne divengono la sede naturale della Libertà interiore.