DIABETE, ASPAT: “NELL’ASL NAPOLI 2, CENTRI PUBBLICI E PRIVATI DA RIMETTERE IN MOTO”

“Otto centri antidiabete privati da accreditare e da rimettere in moto (di cui uno a Ischia), dopo due anni di stop forzato impresso (a 12 di essi) nel 2016 dal manager della Asl Napoli 2 Antonio D’Amore. E 4 strutture antidiabete pubbliche da attrezzare e far funzionare in maniera integrata, multidisciplinare, senza attese o lunghi giri dei malati da un reparto all’altro, in ospedale, nel distretto o in ambulatorio, bensì con una reale presa in carico del paziente”. É quanto si afferma in una nota dell’Aspat (Associazione sanità privata accreditata territoriale). “La ricetta che consente ai 54mila pazienti diabetici che risiedono nella Asl Napoli 2 nord di tirare un sospiro di sollievo e di uscire dallo stallo dell’assistenza – dice il presidente Aspat Campania Pierpaolo Polizzi che sul tema della crisi dell’assistenza diabetologica a Napoli nord ha indetto oggi un’assemblea pubblica a Giugliano – la scrive il governatore Vincenzo De Luca che nelle vesti di commissario per la sanità ha firmato in queste ore un apposito decreto commissariale che corregge un errore intercorso negli ultimi mesi in sede di programmazione che aveva creato i presupposti per la marginalizzazione delle strutture antidiabete private e da accreditare. Strutture che per anni, in attesa dell’accreditamento, avevano lavorato con la Asl tramite contratti di servizio poi cancellati in un sol colpo due anni orsono dal manager D’amore realizzando così un danno ai pazienti e ai livelli di occupazione qualificati”. ”D’Amore, che aveva puntato tutto sul versante pubblico acquisendo ore di specialistica ambulatoriale e individuando sedi ma senza ancora approdare a un assetto multidisciplinare e integrato, dovrà ora realizzare un modello – dice l’Aspat – in cui coesistono sia il pubblico sia il privato per erogare assistenza e cure di qualità ai pazienti diabetici della sua Asl. La ulteriore richiesta dell’Aspat a De Luca è di stringere il manager a premere sull’acceleratore affinché le attività di cura all’utenza possano riprendere sin degli inizi di febbraio a fronte del fatto che le stesse strutture private da accreditare già esistono, già sono allestite dal punto di vista strutturale, strumentale e di personale e nulla osta al loro utilizzo ai fini di assicurare i Lea”. “In questi ultimi due anni – conclude Polizzi – molti pazienti sono andati a curarsi fuori dal territorio e le strutture pubbliche con tutti i loro limiti riescono a soddisfare non oltre il 35 per cento del fabbisogno (a fronte di 240 mila prestazioni di diabetologia ne sono state assicurate circa 90 mila) tant’è che la spesa stimata per soddisfare il completo fabbisogno dell’utenza, circa 2 milioni di euro, viene devoluto per circa il 60% a strutture e centri antidiabete di altre Asl dove l’utenza insoddisfatta si dirige per ricevere cure”. A spingere sulla necessità di realizzare nei tempi previsti quanto programmato nell’ultimo decreto commissariale è intervenuto a Giugliano Raffaele Topo, presidente della V Commissione sanità.

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