DOMENICO SAVIO, PCIML: ” LUNEDI’ ALLE ORE 10 PRESIDIO DAVANTI ALL’OSPEDALE RIZZOLI”

di Domenico Savio*

Da sempre la funzionalità dell’Ospedale Rizzoli di Ischia ha sofferto carenze strutturali di ogni genere e negli ultimi giorni talune di esse si sono paurosamente aggravate: mancanza di medici ortopedici, anestesisti-rianimatori e personale in genere, al punto che sono stati sospesi gli interventi chirurgici programmati e ciò con gravissime conseguenze per i pazienti interessati. E’ una struttura ospedaliera che da anni avrebbe dovuto essere ampliata per rispondere alle esigenze della popolazione residente e di quella turistica. Per le prestazioni sanitarie – come per i problemi della giustizia, della scuola e dei trasporti –  Ischia avrebbe già dovuto  beneficiare concretamente della classificazione di “zona disagiata” per le difficoltà legate all’insularità, a causa della sua lontananza terraferma.

In un paese progredito e civile l’Ospedale di un’isola, che d’inverno conta circa 70.000 abitanti e d’estate centinaia di migliaia di presenze turistiche, dovrebbe essere attrezzato di reparti, specialità chirurgiche, diagnostiche e terapeutiche e di personale medico, infermieristico e di servizio in grado di fronteggiare ogni esigenza e solo per l’alta specializzazione il paziente dovrebbe essere trasportato in uno Ospedale della terraferma, perché il trasferimento richiede tempo prezioso per salvare la vita di una persona e sacrifici inimmaginabili per i familiari. Al contrario e sciaguratamente a volte si è persino parlato di incrementare i trasferimenti e ridurre l’attività del presidio locale.

E’ vergognoso che la prenotazione di un ecocolordoppler cardiaco a riposo possa prenotarsi solo a circa tre mesi di distanza, che in genere le visite specialistiche possano prenotarsi unicamente a lunga distanza e che quando la Regione sospende l’assistenza indiretta convenzionata la struttura ospedaliera non viene potenziata per fronteggiare il nuovo carico di lavoro. Per non parlare delle criticità storiche nei settori delle residenze psichiatriche, della salute mentale, dell’oncologia, eccetera. Tutto questo costituisce una limitazione paurosa del diritto alla salute dei cittadini sancito dalla Costituzione e già sostenuto economicamente dal popolo italiano con le tasse e con i famigerati ticket sulle visite specialistiche, sugli esami diagnostici e sui medicinali prescrivibili, mentre per i tanti non prescrivibili ci impongono di pagare l’intero prezzo, troppo spesso proibitivo per i lavoratori operai e intellettuali. Siamo costretti a pagare per un’assistenza che non ci viene adeguatamente corrisposta.

Chiaramente la responsabilità di questo sfascio nella sanità pubblica non è attribuibile agli operatori che vi prestano attività, come medici, infermieri e personale di servizio, anzi questi sono vittime dei disagi, a volte disumani, a cui sono sottoposti per tali disservizi e troppo spesso non gli vengono riconosciuti neppure i diritti sanciti dalla legge e dal contratto di lavoro della categoria. Inoltre, spesso e vergognosamente non manca chi cerca di scaricare su di loro le responsabilità del potere politico e istituzionale.

Ma allora di chi è la responsabilità di questo disastro nella sanità pubblica della nostra isola? E’ presto detto: del governo e del suo ministro della sanità, del consiglio, della giunta e del presidente della regione Campania, dei sindaci e delle amministrazioni locali appartenenti al potere politico regionale e nazionale dominante, delle istituzioni religiose e laiche che sostengono questo sistema sociale, dei partiti e degli eletti del centrodestra, centro e centrosinistra che da decenni si alternano al governo nazionale e regionale, degli iscritti e degli elettori di questi partiti borghesi, clericali e capitalistici, di coloro che protestano facendosi capeggiare dalle autorità responsabili della malasanità, di chi non ha ancora capito che solo la via della lotta di classe dei lavoratori operai e intellettuali e del superamento dell’odierno sistema economico e sociale può cambiare realmente la sconfortante situazione presente.

Noi del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista da sempre ci battiamo, con scritti, appelli e iniziative di piazza, per conquistare una sanità pubblica che corrisponda pienamente alle esigenze di assistenza della classe lavoratrice operaia e intellettiva e riduca le differenze assistenziali tra ricchi e poveri e sino ad eliminarle totalmente nella nuova società socialista. Noi non prendiamo lezioni né tantomeno accettiamo critiche da coloro che iscritti e votanti dei partiti responsabili del potere di centrodestra e centrosinistra e per mero calcolo elettoralistico si atteggiano a sostenitori delle rivendicazioni per il miglioramento delle prestazioni sanitarie – come dell’attività giudiziaria, dei trasporti marittimi e automobilistici e del funzionamento dell’organizzazione scolastica -, perché essi sono responsabili della malasanità al pari dei loro partiti e del loro potere di appartenenza.

Chiediamo al Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca e al suo Assessore alla sanità un intervento ad horas che ripristini e potenzi tutte le attività di degenza, chirurgiche, diagnostiche e di laboratorio dell’Ospedale Anna Rizzoli dell’isola d’Ischia. Dotatelo rapidamente del personale medico e paramedico necessario e di quant’altro occorre per garantire il pieno diritto costituzionale alla salute delle popolazioni locali e delle presenze turistiche. I soldi fatti pagare alla collettività ci sono, basta solo non continuare a sperperarli e spenderli per garantire il pieno diritto alla salute dei campani.

Per una iniziativa di lotta concreata per rivendicare la piena efficienza e l’adeguamento delle prestazioni ospedaliere ai bisogni assistenziali di residenti e turisti dell’isola d’Ischia il P.C.I.M-L. ha organizzato un presidio popolare nel piazzale antistante l’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno per lunedì 15 gennaio 2018 a partire dalle ore 10,00 e invita le popolazioni isolane a partecipare, perché solo la lotta di classe dei lavoratori sfruttati pubblici e privati può consentirci di avere un’assistenza ospedaliera corrispondente alle nostre esigenze di vita.

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