STAZIONE GEOTERMICA DI SERRARA FONTANA. AUGUSTO COPPOLA TRASMETTE LA SUA DIFFIDA AL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Oggi scadeva il termine per presentare osservazioni alla realizzazione dell’Impianto Geotermico da realizzare nel comune di Serrara Fontana. Non sappiamo se enti, associazioni o altri privati abbiano utilizzato il tempo debito per mostrare le proprie perplessità o per presentare le proprie diffide. Chi non ha fatto scadere i termini è Augusto Coppola, cittadino del comune di Forio attento alle problematiche politiche e sociali. Ecco una sua piccola dichiarazione in merito: “Ho fatto le mie (chi fa da se, fa per tre..), spero che altri abbiano provveduto. Di seguito il testo e in allegato la mia nota del 1996 sull’esplosione del Pozzo a Montecorvo. Ho scritto quello che pensavo, come sempre”.

Ecco le osservazioni di Augusto Coppola.

Inviate a:

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali
Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale
Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma;

DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it

ATTO STRAGIUDIZIALE DI SIGNIFICAZIONE E DIFFIDA

Il sottoscritto Augusto Coppola, nato a Napoli e residente in Forio, alla Via Montecorvo
n.35, espone quanto segue:

La società Ischia Geotermia S.r.l. ha presentato un progetto di Impianto Geotermico
che dovrebbe essere realizzato nel Comune di Serrara Fontana.
Risiedo con la mia famiglia e sono proprietario di un immobile con pertinenze, in zona
Montecorvo (Forio), ubicato tra la Cantina D’Ambra Vini e il Castello ex Piromallo, a una
quota superiore ai 100 metri dal livello del mare, in una posizione collocabile sotto la
verticale della zona di ubicazione del previsto Impianto Geotermico.
L’Isola fu interessata negli anni che vanno dal 1951 al 1954 da perforazioni geominerarie
profonde (pozzi siglati Pc), che vennero eseguite dalla società SAFEN, con la
realizzazione di un pozzo a Montecorvo (distante circa 150 metri dalla mia abitazione), il
Pc46, dove furono raggiunte temperature massime di 225 °C a 1151 metri di profondità.
All’epoca, la testa del pozzo, fu “sigillata” e successivamente, il pozzo fu chiuso
definitivamente nel 1996 (riempito con cemento), da una squadra specializzata dell’ENEL,
proveniente dalla zona di Larderello in Toscana, anche a seguito di mio interessamento
(vedi allegato al testo). La chiusura, fu indispensabile, a causa di un evento fortuito, che
ne aveva causato l’esplosione, con fuoriuscita di acque termominerali e vapori ad alta
temperatura, che ebbero impatti molto negativi sulla vegetazione, le auto in transito (danni
alla verniciatura e ai vetri, che apparivano come smerigliati) e le abitazioni circostanti.
L’operazione di chiusura risultò molto impegnativa. Uno dei pozzi di emungimento
dell’impianto Geotermico, sembra ricadere approssimativamente nella zona del predetto
pozzo Safen Pc46, e di profondità maggiore.

La zona di Montecorvo è ricca di fumarole e sorge su una antica frana che interessò un
intero versante della montagna e forse anche per questa conformazione, subì notevoli
danni durante i terremoti di Casamicciola del 1881 e del 1883.
Senza ripetere quanto già esposto da esimi scienziati, come Ortolani, Mastrolorenzo,
Vanorio ed altri, già agli atti delle osservazioni, precisando solo che gli stessi, hanno
evidenziato in modo pressoché univoco, una possibile microsismicità indotta o veri e propri
terremoti indotti, di magnitudo non prevedibile, sia in fase di trivellazione che di esercizio
dell’impianto, oltre che alla possibile alterazione degli acquiferi superficiali e profondi e
dell’ambiente esterno circostante, fino a fenomeni eruttivi di natura freato-magmatica, ecc.,
mi concentro su un aspetto poco evidenziato. La zona dell’Epomeo e di Montecorvo è
infatti un luogo ameno e mi preme evidenziare che le Torri di Raffreddamento
dell’Impianto, in esercizio 24 ore su 24, sono di per se rumorose e pertanto in un luogo
ameno, soprattutto nelle ore notturne, possono arrecare notevole disturbo ai residenti, fino
a snaturare completamente i luoghi, che sono anche meta di escursioni turistiche.
L’inquinamento acustico, secondo la normativa, è l’introduzione di rumore nell’ambiente
abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare: fastidio o disturbo al riposo ed alle
attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni
materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno tale da interferire
con le legittime fruizioni degli ambienti stessi. Le misurazioni, in modo sintetico, vengono
effettuate sul livello differenziale di rumore, che è la differenza tra il livello di
rumore ambientale (cioè quello presente quando è in funzione la sorgente di rumore che
causa il disturbo) e il livello di rumore residuo (cioè il rumore di fondo), che nei luoghi
ameni dei quali parliamo, è bassissimo. Il livello differenziale di rumore non deve superare
i valori limite differenziali di immissione (art. 4, comma 1 del DPCM 14/11/97).
Inoltre, non ritengo del tutto veritiera, la mappa della distribuzione del livello del rumore
durante l’esercizio, che ho avuto modo di visionare, livello che parte dai circa 60dB/A,
nelle strettissime vicinanze dell’impianto, valore che per esperienza personale, ritengo
ampiamente sottostimato. Un impianto di bassa potenza, del quale mi chiedo se qualche
mente pensante ha mai davvero valutato il rapporto tra produttività e rischi per l’ambiente
e popolazione locale, che tranne la promessa di elemosina offerta e miseramente
accettata dal Comune di Serrara Fontana, non ne trarrebbe alcun beneficio specifico e
diretto.
In ultimo, oltre a ricordare che l’Isola, “non è un’Isola deserta”, contando circa 60.000
abitanti e nel periodo turistico fino a 400.000 presenze o oltre, ricordo che non esistono

piani di risposta al rischio sismico, il che, trattandosi di un’ISOLA e’ di per se un fatto
criminale e che una zona dell’Isola, il 21 agosto 2017 è stata colpita duramente da un
terremoto di magnitudo 4.0, con epicentro a Casamicciola alta e un ipocentro ad
una profondità di circa 1,73 Km, le stesse faglie dei terremoti del 1881 e 1883, faglie
che si trovano a circa 2,5 km verso nord, rispetto alla centrale. Non è possibile
escludere in modo categorico, che le predette (o altre) faglie possano subire una
sollecitazione, sia in fase di trivellazione che in fase di esercizio dell’impianto, con
tutte le presumibili nefaste conseguenze.
Questo Evento Sismico del 21 agosto, che ha provocato il crollo di numerose case e ha
portato ad un bilancio di 2 vittime e 42 feriti è stato avvertito in modo forte nella zona di
Montecorvo, pertanto, essendo il sottoscritto titolare di un interesse diretto soggettivo,
oltre a quello diffuso nell’intervenire contro la realizzazione di tale opera, evidenziando la
possibile violazione del principio di precauzione, (in una situazione di incertezza scientifica
sull’impatto dell’impianto sul rischio sismico e vulcanico esistente), in un ISOLA, anche
densamente abitata durante la stagione turistica, diffido ll’autorità in indirizzo, ad astenersi dall’autorizzare la realizzazione di questo impianto.
Mi riservo, nel caso vengano ignorati tutti gli allarmi dati sulla pericolosità di tale opera, di
adire le autorità preposte, relativamente alla necessità di costituire un fondo di garanzia o
stipulare una polizza (miliardaria), che copra tutti gli eventuali danni derivanti da eventi
sismici indotti, e conseguentemente al turismo sull’isola, non escludendo ogni altra azione,
con il ricorso alla magistratura contabile, amministrativa, civile e penale.
Forio, 06/01/2018
Distinti Saluti,
Augusto Coppola

pec coppola

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