DOMENICO SAVIO, PCIML: “AUGURI COMUNISTI. LAVORIAMO PER LA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA DI CLASSE RIVOLUZIONARIA DEL PROLETARIATO MONDIALE”

Domenico Savio, Consigliere comunale e Segretario generale del PCIM-Ldi Domenico Savio*

      Siamo all’inizio di un nuovo anno, io ho avuto la fortuna di viverne 78, dunque auguri di buona salute e di lunga vita a tutti i rivoluzionari marxisti-leninisti che combattono per costruire la nuova e superiore civiltà comunista, ovvero la civiltà della liberazione sociale dal bisogno, della democrazia consistente nella partecipazione diretta e  protagonista di ognuno al governo delle attività sociali e nell’affermazione della volontà popolare, dell’uguaglianza reale di tutti gli individui e in ogni campo della vita sociale e individuale e, principalmente, della libertà da ogni forma di condizionamento e di sopraffazione dell’uno sull’altro, insomma, la soppressione perpetua di qualsiasi possibilità di sfruttamento, di manipolazione e di schiavitù delle masse popolari, la fine del dominio del capitale sul lavoro e del sistema capitalistico e imperialistico sui popoli.

      Questo mondo nuovo e questa civiltà superiore stavano per realizzarsi definitivamente col passaggio dal socialismo all’edificazione della società comunista nell’Unione Sovietica e più lentamente in tutto il mondo socialista realizzato nel ventesimo secolo, un processo di superiore civilizzazione dell’umanità, iniziato con la vittoriosa Rivoluzione Proletaria Socialista Sovietica d’Ottobre in Russia del 7 novembre 1917 – di cui nell’anno appena trascorso il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista ne ha ricordato coerentemente il Centenario – e che, purtroppo, è stato violentemente interrotto dalla barbarie economica, sociale, culturale, propagandistica e militare del millenario sistema schiavistico padronale, barbarie alla quale i popoli interessati non hanno saputo opporsi, anzi in alcuni casi l’hanno cinicamente favorita.

      Da circa 10.000 anni di storia della specie umana la quasi totalità degli uomini e delle donne è rimasta schiava del sistema di sfruttamento e di dominio della classe padronale senza ascoltare e seguire la strada della liberazione sociale indicata dalle minoranze rivoluzionarie per vivere più dignitosamente la propria esistenza. Eppure con l’affermarsi sul terreno filosofico e teorico della nuova scienza sociale del marxismo-leninismo e il passaggio del pensiero socialista dall’utopia alla scienza avrebbe dovuto crescere l’autocoscienza del riscatto e della liberazione, invece siamo ancora agli albori del difficile cammino dell’emancipazione sociale collettiva dell’umanità, frenato dalla zavorra primitiva dell’egoismo, dell’adattamento, della rassegnazione e della rinuncia vigliacca al riscatto e alla rinascita.

      Purtroppo non è bastato l’esempio illuminante e unico nella storia dell’Unione Sovietica, dove il proletariato, organizzato e guidato dal coerente Partito Comunista bolscevico, si sollevò, sconfisse il potere e la dittatura padronale, costruì la nuova società socialista, che avanzava verso l’edificazione di quella comunista, e conquistò una superiore dignità della vita per tutti gli individui senza distinzione di razza, di sesso, di culto, di costume, di capacità produttiva, eccetera. Tutti avevano l’uguale e concreto diritto – garantito dal governo socialista dello Stato e sino al massimo livello delle prestazioni, cioè dall’autogoverno socialista di tutti i membri della collettività – all’assistenza sanitaria e sociale dalla nascita alla morte, allo studio, al lavoro, al salario o stipendio assicurato, alla casa, alla pensione a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini, alla sicurezza sul lavoro e all’insieme dei servizi sociali.

      Oggi i popoli che abitano il Pianeta, dove di più e dove di meno, vivono una vita infernale imposta dal dominio del capitale sul lavoro, dall’ordine sociale capitalistico e dalla sua espansione imperialistica, dal governo della classe padronale su quella lavoratrice, dallo sfruttamento del lavoro proletario, dal sistema bancario e finanziario sanguisuga e parassitario, eccetera. Un manipolo di spregiudicati affaristi, senza rispetto per il genere umano, domina e sfrutta, nazionalmente e globalmente, l’esistenza degli uomini e le risorse del Pianeta, sino a compromettere persino la sopravvivenza della vita sulla Terra.

      Tale feroce sistema economico e di governo della società umana produce spietate dittature di pochi individui sui popoli – anche nei paesi capitalistici cosiddetti democratici o delle democrazie definite avanzate, dove i ricchi lo sono per eredità e accentramento dei capitali e le elezioni sono solo apparentemente libere e democratiche – guerre, disoccupazione, miseria e emigrazioni di massa, sono negati i diritti per tutti alla salute, al lavoro, al salario, allo studio, al trasporto, alla giustizia, all’assistenza sociale e al soddisfacimento di ogni altra esigenza della vita. Dinanzi a questo quadro spettrale della vita nella società capitalistica per gli individui non dovrebbe essere difficile capire le ragioni e reagire per conquistarsi una esistenza meno disgraziata, invece tale è il controllo del regime dominante che produce solo lamentele, rassegnazione, opportunismo e servilismo verso i potenti di turno.

      In Italia negli ultimi cinque anni abbiamo avuto quattro governi di dittatura non eletti dal popolo, è stato abolito l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, continua lo strozzinaggio del fantomatico debito pubblico, l’Unione Europea limita sempre di più la sovranità e l’indipendenza nazionale dei singoli Stati, l’età pensionabile si avvicina senza sosta a quella della morte, le pensioni sono sempre più di fame, il costo della vita aumenta incessantemente, i servizi pubblici peggiorano nelle prestazioni e aumentano nei costi, a chi non ha i soldi non è consentito curarsi adeguatamente, il parlamento borghese ha recentemente approvato l’ennesima legge elettorale di stampo fascista, vengono allargate le missioni militari all’estero a servizio degli interessi delle rapaci multinazionali, i regali di Stato delle privatizzazioni ai capitalistici e imperialistici continuano senza sosta, la corruzione dilaga nelle istituzioni, l’Italia frana per il dissesto idrogeologico, gli edifici pubblici, in modo particolare quelli scolastici, spesso non sono a norma di sicurezza e non reggono alle sollecitazioni sismiche, ai lavoratori stagionali del turismo è stata dimezzata l’indennità di disoccupazione,  il piccolo abusivismo edilizio di necessità abitativa viene abbattuto dallo Stato senza garantire una casa alternativa, eccetera, eccetera, eccetera.

      Dinanzi a questo miserabile scenario sociale, fatto di ingiustizie, privazioni, disuguaglianze e abusi di potere generalizzati e opprimenti della personalità umana, dovrebbe naturalmente esserci una presa di coscienza di massa generalizzata del malessere sociale dilagante e una ribellione globale per cambiare lo stato delle cose presenti, atteso che la ragione e la storia ci hanno già ampiamente dimostrato che ciò è possibile e che basta liberarsi dalle catene dell’individualismo, dell’egoismo e dell’opportunismo per sostenere i valori e i bisogni collettivi. Invece l’imperialismo statunitense ed europeo ha minato e distrutto il mondo socialista costruito nel secolo scorso, i governi capitalisti nazionali con l’Unione Europea si sono ripreso tutte le conquiste sociali del movimento operaio realizzate con dure lotte nei decenni successivi alla fine della seconda guerra mondiale senza che la classe lavoratrice avesse la capacità di dispiegare una adeguata Resistenza e un contrattacco per fermare la rapina di Stato delle sue conquiste.

      E’ vero che all’interno del movimento comunista nazionale e internazionale esiste il male del revisionismo, dell’opportunismo, dell’individualismo e dell’economicismo, retaggio della cultura idealistica e borghese che disgraziatamente sopravvivrà sino alla formazione dell’uomo nuovo – che avverrà secondo i principi del materialismo storico e dialettico e del marxismo-leninismo -, è vero che c’è stato l’ignobile  tradimento dei gruppi dirigenti dei partiti comunisti nati dalla Terza Internazionale Comunista ed è pure vero che c’è stato il trasformismo vergognoso dei vertici dei sindacati che da difensori dei diritti di classe dei lavoratori sono diventati maestri del bieco sindacalismo del compromesso e della concertazione col potere padronale e i governi capitalistici tradendo senza dignità i diritti dei lavoratori, però tutto questo è stato possibile grazie pure all’acquiescenza della base operaia, che dopo circa dieci millenni di storia della specie umana ha dimostrato di non possedere ancora la capacità di intendere e di volere per sé, una classe operaia che in buona parte corre ancora dietro gli imbroglioni sostenitori di sinistra degli interessi della classe capitalistica e della sua espansione imperialistica.

      Un esempio per tutti: i lavoratori stagionali del turismo a cui il governo capitalistico guidato da Matteo Renzi, segretario del partito democratico della borghesia italiana, ha dimezzato l’indennità di disoccupazione invernale buttandoli letteralmente in uno stato di miseria. Essi sono andati a Roma in piazza Montecitorio a protestare facendosi accompagnare dai sindaci dei partiti che al governo e in Parlamento li hanno impoveriti senza pietà e facendosi anche fotografare assieme a loro. Naturalmente la scelta infame del governo non è stata rimossa. Scelleratezze del genere avvengono quotidianamente in tanti settori dell’attività lavorativa italiana. Questi stessi lavoratori, incoscienti dei propri interessi e della propria forza contrattuale di classe, finiscono anche per sostenere politicamente e votare i partiti e i candidati della classe padronale del centrosinistra, centro e centrodestra.

       Tragicamente, ci troviamo dinanzi alla desertificazione della coscienza di classe della stragrande maggioranza del proletariato nazionale e internazionale. Una situazione peggiore di un secolo fa, quando il proletariato russo con la rivoluzione conquistò il potere promuovendo la costruzione del primo Stato socialista della storia dell’umanità. Contribuisce ad alimentare questa triste realtà pure la circostanza, anch’essa derivante dalle deviazioni revisioniste e opportuniste dalla dottrina comunista e dalla natura rivoluzionaria del marxismo-leninismo, della frantumazione della sinistra di classe italiana, e non solo del nostro paese, che non riesce a trovare un pur minimo comune denominatore su questioni sociali di comune condivisione per unitarie iniziative di piazza e anche per eventuali battaglie elettorali – che però dovrebbero avvenire sempre e solo nell’ambito della lotta di classe e della prospettiva rivoluzionaria – per dare al proletariato la possibilità di eleggere candidati comunisti che, però, non vadano a gestire il sistema che vogliamo abbattere, ma unicamente per combatterlo pure dall’interno delle sue istituzioni e nel contempo battersi per cercare di ottenere un miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie lavoratrici.

      Purtroppo e tristemente tutto ci dice che questo non è ancora il tempo dell’avvio della seconda ondata delle rivoluzioni socialiste sulla Terra e che dobbiamo ancora attendere la formazione della coscienza di classe nelle masse lavoratrici e popolari. Intanto il potere capitalistico e la sua espansione imperialistica si sono ben radicati e rafforzati nell’epoca attuale, si sono circondati di resistenti anticorpi di condizionamento mediatico, culturale, sociale e militare contro i pericoli derivanti dalle sue crisi periodiche, il peggiore degli anticorpi è la rassegnazione alla sofferenza degli sfruttati, cosa che notiamo quotidianamente, cioè la rassegnazione e la sopportazione dei sacrifici come resistenza passiva e la rinuncia alla sollevazione come arma di difesa e di conquiste sociali. I bastonati dai dominatori di turno della classe borghese a tutti i livelli della vita istituzionale anziché reagire con le idealità, la cultura, l’organizzazione e la lotta di classe paradossalmente si buttano nelle loro braccia cercando di raccogliere qualche briciola caduta sul pavimento. E’ uno scenario politico e sindacale avvilente dal quale allo stato attuale è difficile prevederne l’uscita.

      Intanto il qualunquismo e il populismo dilagano allontanando la possibilità di una reazione di massa alla schiavitù materiale e intellettiva del potere e alla cultura decrepita del capitalismo. Nella brodaglia della sottocultura borghese e idealistica avanzano le destre fasciste, naziste e razziste, mastini da guardia della violenza e repressione capitalistica e imperialistica. In questo contesto si affermarono il fascismo e il nazismo in Europa con tutte le tragedie che ne seguirono. Le conquiste e il progresso sociale il proletariato o ha la capacità materiale e intellettiva di difenderli oppure gli sconfitti riemergono dalla fogna, si rialzano e se li riprendono con maggiore violenza e repressione di prima. Nella società capitalistica e sino all’edificazione di quella comunista la lotta tra proletariato e borghesia è incessante, se il primo indietreggia il secondo avanza e viceversa, è la lotta tra gli opposti, che finirà solo con la scomparsa delle classi nella società comunista. Il risveglio delle destre oggi in Europa inquieta più di ogni altra cosa e dovrebbe consigliare ai coerenti comunisti e a tutte le forze sinceramente progressiste di unirsi e reagire prima che sia troppo tardi. Il P.C.I.M-L. suona l’allarme e attende risposte concrete, basta coi proclami, che non servono alla causa e persino la danneggiano.

      In questo scenario inquietante resta centrale e prezioso il lavoro instancabile dei marxisti-leninisti, dell’avanguardia cosciente della classe operaia e di tutte le forze sinceramente progressiste che hanno contezza dei pericoli che l’umanità sta correndo e che c’è la necessità impellente di riprendere il cammino rivoluzionario verso il socialismo prima e il comunismo dopo se vogliamo salvare l’umanità da nuove tragedie nazi-fasciste e dalla catastrofe ambientale, a causa dello sfruttamento selvaggio delle risorse naturali da parte delle multinazionali. Dobbiamo diffondere con maggiore forza e convincimento le ragioni e l’urgenza della rivoluzione socialista, dobbiamo parlare della necessità di far crescere il suo Partito di classe e rivoluzionario per accelerare la crescita della coscienza di classe tra le masse lavoratrici e popolari e per assumere la guida del processo rivoluzionario conducendolo alla vittoria.

      Dunque, l’augurio per il 2018 e per gli anni che seguiranno del P.C.I.M-L. è quello di un maggiore impegno dei suoi iscritti e simpatizzanti nel lavoro di formazione della coscienza di classe del proletariato italiano, di costruzione dell’unità della sinistra coerentemente comunista del nostro paese e di sostenere lo sviluppo della coscienza di classe all’interno del proletariato di tutti i paesi della Terra. Lavoriamo per affermare l’attualità e l’urgenza della rivoluzione socialista quale unica possibilità per migliorare oggi le condizioni di vita della classe lavoratrice operaia e intellettiva e per salvare il Pianeta sul quale viviamo. Viva il socialismo, viva il potere proletario.

 

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