CON L’OPERAZIONE “DIRTY MARKET” DELLA GUARDIA COSTIERA, PER GLI ITALIANI UN CENONE PIÙ SICURO

Si è conclusa in queste ore l’operazione complessa della Guardia Costiera “DIRTY MARKET” che, per tutto il mese di dicembre, ha visto impegnati tutti i Comandi Territoriali del Corpo nei controlli sull’intera filiera ittica, per contrastare l’arrivo, sulle tavole degli italiani, di prodotti ittici “dirty”, ovvero “non sicuri”, “non garantiti” e quindi potenzialmente pericolosi, nonché pescati in spregio alle norme vigenti che tutelano l’ambiente marino.

Dal mare fino alla tavola dei consumatori, la Guardia Costiera – interfaccia periferica, operativa e amministrativa del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – ha intensificato i controlli, al fine di garantire al consumatore finale un prodotto tracciabile e di qualità, premiando il lavoro degli onesti professionisti del settore che adempiono agli obblighi di legge, e tutelando al contempo, in difesa dell’ambiente, le specie ittiche sottoposte a particolare protezione e l’intero ecosistema marino e costiero.

<<Ringrazio le donne e gli uomini della Guardia Costiera – queste le parole del Ministro Martina – impegnati anche in queste ore di festa a garantire qualità e sicurezza dei prodotti che arrivano sulle tavole degli italiani. L’operazione “Dirty Market” – ha continuato il Ministro – è la dimostrazione che abbiamo un sistema di controlli unico in Europa, capace di tutelare al meglio i consumatori in tutto il territorio nazionale. Le professionalità in campo sono di alto livello e i numeri lo dimostrano concretamente.>>

L’operazione, disposta a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, è stata attuata capillarmente dai 15 Comandi Regionali Marittimi e ha portato, nell’arco di un solo mese, ad effettuare oltre 11.000 controlli lungo l’intera filiera commerciale, con importanti risultati in materia di difesa ambientale dell’ecosistema che rende unici gli 8.000 km di costa del Paese. 600 i provvedimenti di sequestro adottati, per un totale di circa 70 tonnellate di prodotto ittico sequestrato. Nell’ambito dell’operazione, sono state comminate più di 800 sanzioni amministrative, per un valore complessivo di circa 1.400.000 euro.

Tra le operazioni più rilevanti, quelle messe a segno in questi giorni dal Comando Regionale della Liguria, che hanno portato ad effettuare oltre 900 controlli e al sequestro complessivo di circa 23 tonnellate di prodotto ittico. Nell’ambito di tali attività, è stato eseguito il sequestro di circa 600 kg di molluschi bivalvi e altre specie ittiche di provenienza asiatica, importati illegalmente in Italia e pronti per essere immessi sul mercato locale in danno all’ignaro consumatore finale.

A Bari, invece, la Guardia Costiera ha sequestrato 2,5 tonnellate di prodotti ittici di dubbia provenienza, parte delle quali è stata rinvenuta in pessimo stato di conservazione, all’interno di un centro di stoccaggio abusivo, nonché in alcune pescherie, totalmente sprovvisti della necessaria etichettatura che ne attestasse la conformità alla normativa vigente. Inoltre, nel corso di una delle ispezioni eseguite, il personale della Guardia Costiera pugliese ha accertato la presenza di esemplari vivi di gallinacei, in prossimità di prodotti ittici decongelati e pronti per il consumo umano.

A Napoli, nell’ambito dei controlli svolti nel mese di dicembre, sono state sequestrate oltre 5 tonnellate di prodotti ittici vari, tra cui130 kg di tartufi di mare illegalmente detenuti in un impianto di “stabulazione” abusivo e mezzo quintale di datteri di mare, la cui raccolta comporta un’irreversibile danneggiamento dei fondali marini, la cui biodiversità viene messa a rischio con la distruzione degli enormi tratti di costa rocciosa che vengono devastati a causa della la raccolta da decenni proibita.

Il Comando Regionale di Ancona, oltre al sequestro complessivo di circa 2 tonnellate di pesce, ha proceduto alla chiusura di un minimarket gestito da cittadini asiatici, per la mancanza dei requisiti minimi di igiene e per il cattivo stato di conservazione in cui versavano i prodotti posti in vendita, ittici e di altri generi alimentari, posti tutti sotto sequestro.

La Direzione Marittima di Civitavecchia, infine, nell’ambito di circa 1.000 controlli, ha effettuato sequestri per un totale di quasi 6 tonnellate di prodotti ittici, per oltre 200.000 euro di sanzioni amministrative. Tra gli interventi condotti, la Guardia Costiera di Roma, a conclusione di un’attività di indagine ed analisi effettuata sul web, ha interrotto il commercio abusivo di un ingente quantitativo di prodotti ittici che, frutto della pesca ricreativa, venivano illecitamente vendute al dettaglio, in spregio alla normativa vigente.

L’intensa attività condotta dalla Guardia Costiera nell’ambito dell’operazione “DIRTY MARKET”, integra il complesso e continuativo quadro di controlli che vengono garantiti nel corso dell’intero anno, senza soluzione di continuità ed in maniera trasversale, con un’azione mirata a garantire il rispetto delle norme poste a tutela dell’habitat marino e della fauna che lo caratterizza, che costituiscono patrimonio comune da proteggere. Infatti, nel 2017 sono stati effettuati, complessivamente, oltre 100.000 controlli, che hanno portato ad elevare più di 5.000 sanzioni amministrative, per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro, e al sequestro di quasi 300 tonnellate di prodotti ittici. Tra questi, mezza tonnellata di datteri di mare, la cui raccolta provoca danni incalcolabili e irreversibili all’ambiente marino ed al suo prezioso ecosistema, il cui fondale viene deturpato ed irrimediabilmente esposto ad un processo di desertificazione inarrestabile.

Altrettanto significativa è stata l’attività eseguita in mare dalla Guardia Costiera, con particolare riferimento alle oltre 6.000 unità da pesca ispezionate e ai controlli mirati sugli attrezzi utilizzati dagli stessi operatori del settore; controlli volti a tutelare l’ecosistema marino ed i suoi stock ittici . Circa 65 i chilometri di reti derivanti sequestrate, il cui utilizzo viola le normative di settore, provocando un danno considerevole all’ambiente marino e, soprattutto, al suo ecosistema, comportando la cattura indiscriminata – ed altamente impattante – di specie di animali sottoposti a particolare protezione, come i mammiferi marini, tartarughe, squali e altre specie “non bersaglio”, che finiscono imprigionati nelle stesse reti, senza possibilità di salvarsi.  Di rilievo, infine, il dato relativo ai ricci di mare sequestrati: sono quasi 100.000 gli esemplari pescati illecitamente e restituiti dalla Guardia Costiera alle loro importanti funzioni nell’ecosistema marino, quali organismi fondamentali per la crescita delle comunità algali che rappresentano un autentico patrimonio ambientale per i nostri mari.

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