10 novembre 2009: dopo 3 giorni di pioggia, alle ore 8:10 del mattino un fiume di acqua e fango proveniente dalle valli alla pendice del Monte Epomeo travolge il centro abitato di Piazza Bagni e prosegue la sua corsa verso il mare lungo via Monte della Misericordia. Acqua, fango e pietre sono piombate nelle acque del porto di Casamicciola, trascinando in mare le auto e tutto ciò che gli capitava dinanzi, lungo il cammino di desolazione e distruzione. Una ragazza muore, una ventina i feriti, due in gravi condizioni.
La pioggia, ha provocato la grossa frana che si è staccata poco dopo le 8 del mattino da un costone di montagna che sovrasta il centro di piazza bagni. Dopo le prime, affannose ricerche, una ragazza di 15 anni Anna De Felice è stata trovata nel fango senza vita. Era in uno dei veicoli travolti dalla massa di fango e acqua insieme alla madre. La donna è stata salvata, ma per la ragazza non c’è stato nulla da fare. Era a bordo dell’auto che è stata trascinata in mare dalla frana. Altre quindici persone sono state estratte vive, mentre una donna è stata salvata in mare dalla Guardia costiera. Uno dei feriti più gravi è stato trasportato in gravi condizioni con una eliambulanza del 118 a Napoli. I feriti sono stati venti in tutto, una decina dei quali ricoverati.
“Portavo i miei figli a scuola: un finimondo”. Lo dichiarò ai media il sindaco di Casamicciola dell’epoca Vincenzo D’Ambrosio, fra i testimoni della frana.
La giunta regionale, in seduta straordinaria, deliberò la richiesta dello stato di calamità naturale per il comune di Casamicciola e stanziò un milione per gli interventi di emergenza e di messa in sicurezza del territorio interessato dalla frana.
“La zona a monte della strada era già ritenuta ad alto rischio frane – affermò il presidente dei geologi della Campania, Francesco Russo – ma non sono stati fatti i necessari lavori di mitigazione. Il fattore predominante che ha causato la frana è stata la pioggia”.
“Da novantanove anni era noto il rischio idrogeologico delle aree interessate dalle colate di fango del 10 novembre 2009”. lo scrisse il prof, ortolani, direttore del dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell’università di napoli.
Da allora, in questi otto anni, poco o nulla è cambiato: nel 2013, con il sindaco Arnaldo Ferrandino furono avviati i lavori di messa in sicurezza del costone di via Mortito, ma l’opera non è mai stata portata a termine.
Intanto il 13 aprile 2016 il giudice dell’udienza preliminare Vincenzo Alabiso ha disposto il rinvio a giudizio per gli ex sindaco giosi ferrandino e vincenzo d’ambrosio, l’ex dirigente dell’ufficio tecnico silvano arcamone e l’architetto simone verde. Il pubblico ministero Fabiana Magnetta chiese il rinvio a giudizio: oltre all’accusa di omicidio colposo della giovane Anna De Felice, annegata nei pressi del Pio Monte, il pm aveva contestato anche quelle di disastro e frana colposi, in relazione all’utilizzo dei fondi regionali per la bonifica degli alvei destinati ad accogliere le acque piovane.