DOMENICO SAVIO (PCIML): “NO AL G7 AD ISCHIA”

I G7, G8 e altri degli affari interni, esteri, finanze, industria, migrazioni, sicurezza, eccetera, che principalmente coinvolgono gli Stati dell’Unione Europea, si riuniscono periodicamente, dentro e fuori l’Europa, per rendere operative le scelte politiche autoritarie e centralizzate degli Stati aderenti corrispondenti alle pretese e alle indicazioni dei pochi e potenti magnati dell’industria, dell’agricoltura, del mercato, della finanza, della concorrenza e della guerra, che stendono i propri artigli usurpatori sull’intero mondo capitalistico e imperialistico. Si tratta del dominio della classe padronale esercitato sui popoli con l’arma del disumano e incivile sfruttamento economico e sociale della classe lavoratrice, attività legalizzata dal potere politico del medesimo sistema sociale controllato e governato dal grande capitale.

Un potere che si legittima e si riconferma con leggi elettorali di stampo fascista, come quella attualmente in discussione al parlamento italiano, che, tra altre negatività, toglie ai cittadini il diritto di scegliersi i propri deputati e senatori – scelta lasciata vergognosamente alla discrezionalità delle segreterie dei partiti oggi dominanti – e non consente ai partiti o alle liste che non superano il 3% dei voti validi di entrare il parlamento, voti che nella formazione delle camere vengono attribuiti alle liste maggiori.

I singoli stati capitalistici europei ed extraeuropei, governati tutti dal potere politico, economico e sociale capitalistico – cioè dalla potente classe padronale, nel senso che tutto dipende dalle scelte e decisioni del grande capitale monopolistico privato – sin dalla metà del secolo scorso hanno avviato un processo di centralizzazione del potere decisionale per meglio rispondere alle esigenze di sopravvivenza del sistema di sfruttamento padronale, in modo particolare aiutandolo a superare le sue crisi cicliche ed endemiche. Così nascono l’Unione Europea, aggregazioni di Stati e accordi mercantili su scala intercontinentale. Al momento sono 28 gli Stati europei che hanno affidato propri poteri nazionali e decisionali all’Unione Europea nei settori fondamentali dell’economia, della finanza, delle infrastrutture, della guerra – mediante la Nato e i rapporti privilegiati con gli Stati Uniti d’America – eccetera riducendo la sovranità e l’indipendenza nazionale di ogni singolo paese.

Nonostante ciò non sono stati risolti e si sono aggravati i problemi della disoccupazione reale, dei diritti dei lavoratori nelle aziende, della bassa retribuzione del lavoro, delle giovani generazioni prive di lavoro e prospettive di pensionamento, di una vita sociale più dignitosa e di tanti altri problemi, a partire dall’assistenza sanitaria e sociale. A beneficiare dell’esistenza dell’Unione Europea, com’era ovvio, è stato solo il grande capitale industriale, bancario, finanziario e mercantile, che pare, ma solo temporaneamente, abbia superato la sua ennesima crisi di sistema.

Le conseguenze nefaste dell’Euro – che ha sostituito le monete nazionali – sulle condizioni di vita dei popoli lavoratori e sfruttati dell’Europa da 17 anni continuano a rendere difficile la nostra esistenza. Sulle scelte essenziali della vita sociale ai parlamenti nazionali si sono sostituiti il parlamento, la commissione e tutte le altre istituzioni del governo europeo. Il grande capitale monopolistico imperialistico europeo aveva bisogno e ha ottenuto un potere sovranazionale centralizzato e unico pronto a rispondere alle sue esigenze di concorrenza con le altre potenze imperialistiche dell’America del nord e del sud e del continente asiatico, cioè competere all’interno della cosiddetta globalizzazione, che ha ancora garantito la sopravvivenza degli affari di pochi potenti sfruttatori, ovvero ladroni autorizzati, della Terra e peggiorato la vita dei popoli, specialmente di quelli sottosviluppati, da cui partono le attuali e tragiche migrazioni.

L’attività dell’Unione Europea, in armonia e collaborazione con le altre potenze imperialistiche del Pianeta, si svolge anche attraverso periodici incontri tematici su questioni singole o collegate tra loro tra i paesi più rappresentativi dell’Unione o intercontinentali interessati all’argomento di comune utilità chiamati G7, G8 o altro. In quest’ultima attività rientra il “G7 Italia 2017” previsto per i giorni 19 e 20 ottobre 2017 nel Comune di Ischia, un incontro che condizionerà negativamente la vita sociale di tutte le popolazioni isolane. Si tratta di una riunione per l’approfondimento delle attività di prevenzione e repressione delle forze di polizia all’interno dei singoli Stati capitalistici e imperialistici partecipanti e a livello internazionale. E’ un raduno periodico del braccio difensivo armato dei sistemi sociali fondati sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sullo sfruttamento della classe lavoratrice operaia e intellettiva e risponde della sua attività ai poteri politici borghesi, clericali e capitalistici degli Stati partecipanti e rappresentati. Tale forza avrebbe una funzione totalmente diversa in uno Stato socialista, dove il potere politico sarebbe nelle mani della classe lavoratrice e non più in quelle dell’esigua minoranza dei ricchi sfruttatori del lavoro altrui.

Al G7 di Ischia vi parteciperanno i ministri degli interni di Italia, Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Giappone, più i Commissari europei per le migrazioni e la Sicurezza dell’Unione e il Segretario generale dell’Interpol. Apprendiamo che al vertice della sicurezza degli ordinamenti sociali capitalistici e imperialistici globalizzati e repressivi degli interessi reali dei popoli ci saranno pure le multinazionali della comunicazione Google, Twitter, Facebook, Microsoft e tutti saranno accolti dal Ministro degli Interni italiano Onorevole Marco Minniti del Partito Democratico, cioè di quel partito che oramai da tempi lontani ha abbandonato ogni riferimento ai suoi gloriosi antenati comunisti e rivoluzionari per approdare ai più comodi lidi borghesi del capitalismo e dell’imperialismo.

I nostri lettori nel corso degli anni passati, attraverso la stampa e la televisione, avranno già avuto modo di conoscere i disagi intollerabili che tali incontri arrecano alla popolazione del luogo prescelto. In nome della sicurezza per un numero estremamente limitato di partecipanti alla riunione a Ischia – ma ne risentirà l’intera Isola, considerata la limitazione del territorio e anche dopo i disagi conseguenti al terremoto del 21 agosto 2017 – è stato limitato lo sbarco degli autoveicoli, chiuse delle strade alla circolazione veicolare, proibito di parcheggiare su strade e all’interno di parcheggi pubblici, modificato il servizio pubblico automobilistico, chiuse le scuole, transenne e posti di blocco disseminati sul territorio, la presenza di forza pubblica armata impressionante e non sappiamo di altre proibizioni o limitazioni che potrebbero essere imposte sino alla fine del summit. Si tratta di limitazioni intollerabili al regolare svolgimento della vita sociale degli ischitani. Per tali disagi il P.C.I.M-L. protesta energicamente.

Noi comunisti, classe operaia, intellettuali d’avanguardia, studenti e progressisti tutti – che lottiamo per costruire un nuova società, dove la vera democrazia nascerà dall’uguaglianza economica e sociale di tutti gli esseri umani a livello nazionale e internazionale – ci chiediamo umilmente: ma gli eletti dal popolo a governare le nostre istituzioni pubbliche – capi di stato, di governo, ministri, deputati, senatori, alte cariche, eccetera – o incaricati da queste hanno paura del proprio popolo, temono conseguenze dalla loro attività istituzionale, sono terrorizzati da nemici invisibili e quasi sempre inesistenti, si sentono sicuri solo se circondati dalle forze armate? Il terrorismo – a parte le cause scatenanti messe in campo dall’imperialismo politico ed economico con guerre di aggressione, di occupazione e di sfruttamento di Stati e popoli prima indipendenti – non può, e non deve, condizionare la vita sociale dei popoli. Va combattuto eliminando, innanzi tutto, le cause scatenanti e con iniziative mirate.

Chi ha paura delle conseguenze della propria attività politica e sociale rinunci all’incarico, ma non costringa l’intera collettività a spese gigantesche per garantire la sua incolumità. Quanto costerà al popolo italiano il G7 di Ischia e quanto sono costati tutti gli altri del passato e quelli che verranno? Una risposta è doverosa da parte del governo nazionale. Noi comunisti non avremmo bisogno di nessuna difesa personale, la rifiuteremmo, anche se imposta da una legge dello Stato, se preoccupati lasceremmo l’incarico, innanzi tutto se retribuito a peso d’oro, come avviene attualmente negli Stati borghesi, clericali e capitalistici.

Il P.C.I.M-L. è contro i G7, G8 e tutti gli altri allo stesso modo come è contro l’Unione Europea, l’Euro e la Nato, perché li ritiene organismi non utili alla vita delle famiglie lavoratrici. Dopo le devastazioni del terremoto del 21 agosto 2017 nei Comuni di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio i soldi che stanno spendendo per il G7 a Ischia sarebbero stati più utili alla ricostruzione delle case e degli edifici pubblici terremotati e alla realizzazione di opere pubbliche di cui l’Isola ha tanto bisogno. Ma, purtroppo, manca ancora il potere politico e sociale adatto per farlo, cioè quello della classe lavoratrice.

Anche per il G7 di Ischia, come puntualmente avviene per ogni G7, G8, eccetera, a livello provinciale si è messa in moto la macchina della contestazione anticapitalistica e antimperialistica. Sappiamo come si muovono e cosa producono queste mobilitazioni antagoniste, prive di organizzazione e direzione politica di classe e rivoluzionaria. Una protesta fine a se stessa che nessun contributo apporta alla lotta concreta per il superamento della società capitalistica e della sua espansione imperialistica. Spesso si verificano anche conseguenze negative per i partecipanti e le realtà sociali coinvolte, senza alcun risultato per il quale sia valsa la pena lottare e rischiare. Il potere politico e il sistema economico e sociale capitalistico non hanno paura di queste manifestazioni, si sono dotati di abbastanza forza per controllarle, contenerle e disperderle. Il capitalismo e l’imperialismo non si sconfiggono con simili iniziative, prive di una guida ideale e rivoluzionaria ancorata ai principi del marxismo-leninismo e alla lotta di classe del proletariato.

Per sconfiggere il capitalismo e l’imperialismo e il loro potere politico borghese bisogna lottare innanzi tutto per la crescita di un grande Partito comunista, di natura bolscevica con quadri rivoluzionari di professione, di classe e rivoluzionario che guida la lotta di classe dell’intero proletariato conducendolo alla vittoria, alla conquista del potere proletario, alla formazione del nuovo Stato socialista, così come indicato da Lenin nel volume “Stato e Rivoluzione”, alla collettivizzazione dei mezzi di produzione, al passaggio dall’economia privata e di mercato a quella collettivizzata e alla costruzione della nuova società socialista. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista lavora a tale prospettiva, che si augura ravvicinata, e chiama i giovani operai e studenti, gli intellettuali d’avanguardia, i lavoratori possessori di coscienza di classe e tutti i sinceri e coerenti progressisti a sostenere la via rivoluzionaria al socialismo del nostro Partito.

Il P.C.I.M-L. condanna coloro che esaltano il G7 come occasione di pubblicità nazionale e internazionale del nostro patrimonio ambientale per un ulteriore sviluppo dell’economia turistica, perché da persone universali quali tutte siamo, in quanto abitanti della stessa Terra, tale incontro internazionale deve essere valutato e giudicato per i suoi effetti politici e sociali sulle condizioni di vita travagliata dei popoli che affollano il Pianeta e non certo per puerili egoismi economici legati allo sviluppo del turismo nella nostra Isola. NO al G7, SI’ ad una accogliente ospitalità turistica.

Domenico Savio, Segretario generale del P.C.I.M-L.

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