Influenza. Quest’anno farà registrare meno complicanze. Ma per alcune fasce a rischio meglio vaccinarsi.

Ischia. L’influenza è una malattia infettiva acuta legata ai virus influenzali (del genere Orthomixovirus A, B e C.) che provocano infezione delle vie aeree (naso, gola, polmoni). È una patologia molto contagiosa, che si trasmette per inalazione di piccole particelle (dette particelle di Flügge) provenienti dalle vie aeree dei pazienti malati e liberate nell’aria attraverso starnuti e tosse, ma anche toccando oggetti contaminati. La stagione fredda, in cui si sta maggiormente in ambienti chiusi, e i luoghi affollati, agevolano i contatti tra le persone e quindi la trasmissione dell’infezione. Attualmente costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa della ubiquità, contagiosità, variabilità antigenica dei virus influenzali, esistenza di serbatoi animali e possibili gravi complicanze. Frequente motivo di consultazione medica e di ricovero ospedaliero, e principale causa di assenza dal lavoro e da scuola, l’influenza, a causa delle sue complicanze, è ancora oggi una delle più frequenti cause di morte per patologie infettive. I sintomi, nella quasi totalità dei casi, durano dai 3 ai 5 giorni, mentre per la guarigione completa occorre una settimana. Dopo un breve periodo di incubazione, da 1 a 3 giorni, si ha esordio brusco dei sintomi, ovvero febbre superiore a 38°C , sensazione di freddo, brividi, cefalea, malessere generale, stanchezza, inappetenza, dolori ossei e muscolari, raffreddore, mal di gola, tosse. La diagnosi si basa sui sintomi e i segni clinici. Per quanto riguarda la terapia, possono essere di ausilio gli antipiretici e gli antidolorifici per la cefalea e i dolori osteomuscolari, utile il riposo a letto, evitare gli sbalzi di temperatura e l’esposizione a basse temperature. Esistono misure di prevenzione generali e specifiche: lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone o con preparati tipo gel alcolici; copertura di bocca e naso quando si tossisce o starnutisce, cestinando subito i fazzoletti usati; isolamento a casa delle persone con malattie respiratorie; evitare luoghi affollati e arieggiare frequentemente la casa e la stanza dove si lavora, non far visita ai malati, se non strettamente necessario. Importante misura di prevenzione è rappresentata dal vaccino, che serve a stimolare la produzione di anticorpi. Quest’ultimo non causa l’influenza ma può provocare lievi effetti collaterali; i più frequenti sono rappresentati da dolenzia nel punto di inoculo del vaccino e da sintomi simil-influenzali, che non perdurano oltre 2 giorni. Il vaccino di quest’anno conterrà tre antigeni , due analoghi a ceppi influenzali A e uno a un ceppo influenzale B. Il virus di quest’anno non sarà associato a pandemia (cioè diffusione mondiale dell’infezione) e rispetto agli anni precedenti farà presumibilmente registrare meno complicanze. Il periodo indicato per il vaccino va dalla metà di ottobre fino alla fine di dicembre. Le vaccinazioni vengono effettuate dai medici di famiglia (medici di medicina generale) e dai servizi vaccinali del Distretto Sanitario di appartenenza. I soggetti ai quali è fortemente raccomandato il vaccino sono quelli di età superiore a 65 anni, ragazzi ed adulti affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, quali malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (BPCO, asma di grado severo, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica); malattie dell’apparato cardio-circolatorio; diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi obesi con BMI> 30); tumori; malattie renali con insufficienza renale; epatopatie croniche; malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali; malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV; patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici; patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari); bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione da virus influenzale; donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza; persone residenti presso strutture socio-sanitarie per anziani o disabili; medici e personale sanitario; volontari dei servizi sanitari di emergenza; personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali (suini e volatili) che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (addetti alle attività di allevamento e trasporto di animali vivi; macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti). La protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. Per tale motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale prima dell’inizio di ogni nuova epidemia influenzale. Casi severi di influenza possono essere causati direttamente dai virus influenzali o da sovra-infezioni batteriche o virali che si verificano dopo che il virus influenzale ha procurato danni a livello delle basse vie respiratorie. I casi severi e le complicanze dell’influenza sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e in determinate categorie di rischio, quali pazienti affetti da diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Tuttavia, casi gravi di influenza si verificano, di tanto in tanto, in persone sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopra citate (giovani poco inclini a seguire le norme di prevenzione e che spesso non osservano le indicazioni del medico durante la fase acuta, ad esempio rimanere a casa). Le possibili complicanze sono rappresentate da bronchiti, broncopolmoniti e polmoniti virali e batteriche, disidratazione, peggioramento di malattie preesistenti (ad esempio malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio), sinusiti e otiti (queste ultime soprattutto nei bambini), miocarditi virali. La SITI (Società italiana di igiene ) ha recentemente sottolineato come, negli ultimi anni, si è assistito ad una preoccupante diminuzione delle coperture vaccinali contro l’influenza nella popolazione al di sopra dei 65 anni e nei gruppi a rischio (in Italia si è registrato un calo del 15% negli ultimi 10 anni), con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di aumento di complicanze, ospedalizzazioni e morti. È quindi opportuno sensibilizzare la popolazione alle misure di prevenzione sia generali, che specifiche, consigliando fortemente il vaccino antinfluenzale soprattutto nel caso di soggetti a rischio.

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