PROCESSO CPL CONCORDIA: UN SERENO GIOSI FERRANDINO RISPONDE AL PM CARRANO

Si è svolto ieri l’interrogatorio dell’ex primo cittadino Giosi Ferrandino sulla vicenda Cpl Concordia.  L’ex Sindaco ha risposto a tutte le domande del pm Celeste Carrano in modo asciutto e diretto, evitando ragionamenti prolissi che potessero in qualche modo portarlo in contraddizione o far emergere incongruenze di vario genere. Giosi Ferrandino ha precisato di essere stato Sindaco del Comune di Ischia dal 2007,  quando “era già in corso la realizzazione delle strutture per metanizzare Ischia”. Per quanto riguarda lo scavo delle strade ha ribadito che il “Comune dava l’autorizzazione e che le competenze dell’Ufficio tecnico sono disciplinate dalla legge Bassanini che concede un’ampia autonomia”. Ha anche precisato che il rapporto che lo legava all’architetto Arcamone, allora a capo dell’UTC, era di natura “fiduciaria”. Per quanto riguarda invece i suoi rapporti con il Presidente della Cpl Concordia ha sottolineato che  “erano cordiali, con incontri istituzionali che comunque sono avvenuti e sono stati più ravvicinati dopo la realizzazione della condotta”. Ha inoltre ribadito di aver sempre chiesto che i lavori  “venissero fatti in tempi ragionevoli e che non si creassero difficoltà per la cittadinanza e soprattutto che venissero eseguiti in modo appropriato” Proprio per questo “pretendevo dall’Ufficio tecnico severi controlli per evitare che lasciassero le buche o asfaltassero male il tratto stradale. E il tutto avveniva nel pieno rispetto delle regole, perché ho sempre rispettato il ruolo della politica che doveva essere scissa da quella tecnica, dei dirigenti che hanno autonomia nelle decisioni”. Ma l’argomento che più interessava il pm Carrano era senz’altro quello relativo alle convenzioni della Cpl con l’Hotel “Le Querce”. A questo proposito l’ex primo cittadino ha sottolineato che “l’albergo appartiene alla mia famiglia e della convenzione ne sono venuto a conoscenza dopo la stipula, quando mi accorsi che l’albergo era frequentato da alcuni dipendenti della Cpl. Nell’occasione manifestai tutta la mia contrarietà ai miei familiari. Non potevo far altro, non avendo in quella struttura potere decisionale”. “I rapporti con i miei familiari – ha proseguito Giosi Ferrandino – si raffreddarono ed in particolare con mio fratello Massimo. Per un certo periodo avevamo contatti sporadici e della sua convenzione con la Cpl non ero stato messo a conoscenza”.
Per quanto riguarda, infine, il presunto viaggio in Tunisia Ferrandino ha confermato di non essersi mai recato nello stato nordafricano  “basta verificare il mio passaporto”.
A questo punto il processo si appresta ad entrare nella fase conclusiva. Nella prossima udienza, infatti, verranno ascoltati gli ultimi cinque testimoni, chiamati dalla difesa,  per suffragare la propria tesi.

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