Entrambi i sub che hanno perso la vita nelle acque tra Vivara ed Ischia avevano nel sangue la passione per il mare. L’istruttore Antonio Emanato, gestore di un diving con sede a Baia nei pressi del Tempio di Venere di fronte al porto e a pochi passi dalla centrale piazza De Gasperi, apparteneva ad una famiglia dedita alle attività marinare. Sia il padre che i fratelli di Antonio sono stati sempre dediti all’attività subacquea. Antonio da alcuni anni gestiva il centro per sub e teneva corsi di addestramento. Era ritenuto un esperto, un professionista serio ed affidabile. In molti rimangono increduli dinanzi all’accaduto. “L’immersione di questa mattina – fanno notare alcuni esperti sub della zona – non era particolarmente difficile. E’ una zona semplice. Molto battuta. Difficile spiegare la tragedia, la dinamica che l’ha determinata”. Emanato gestiva, durante il periodo estivo, un pontile per l’attracco delle imbarcazioni da diporto sul porto di Baia. Altrettanto nota ed appassionata di pesca e di mare la famiglia della giovane allieva, che aveva compiuto 13 anni lo scorso giugno. Figlia di seconde nozze di un noto commerciante della frazione di Bacoli, si apprestava a frequentare l’ultimo anno di scuola media inferiore alla ‘Paolo di Tarso’. Non aveva mai nascosto la grande passione per il mare come d’altronde il nonno paterno, tra i primi scopritori della Baia sommersa e dello stesso papà. Da qualche anno frequentava con assiduità il centro gestito da Emanato. Un’ allieva modello, viene descritta da amici e conoscenti, che ci teneva a ripercorrere la passione di famiglia. Questa mattina l’imbarco fatale dal porto di Baia sul potente gommone di Emanato per una immersione a completamento del corso per sub seguito con certosina applicazione.
fonte ANSA