“IO VOTO NO”, RIFLESSIONE DI ANTIMO PUCA

“Se votare facesse qualche differenza,non ce lo farebbero fare”,asseriva Mark Twain. Quanti si riempiono la bocca con”votare è un dovere”-oppure-”senso di responsabilità”,ma nessuno dice che il sistema politico si mantiene uguale,dando una parvenza di cambiamento ai cittadini che credono di contare qualcosa. Ma davvero ai cittadini importa se è la destra o la sinistra a governare?Siamo ancora a questo livello? A me personalmente interessano i pari diritti a tutti i livelli. Il tessuto sociale non deve essere distrutto con manovre che mantengono il sistema attuale. Si deve ripartire da zero. Ma la storia insegna che ciò accade solo col sangue purtroppo. Esprimo la mia indignazione nei confronti della spartizione del potere. Molti si trovano in difficoltà con me. Sono una mina vagante. Preferiscono tenermi fuori . Del resto non ho scheletri nell’armadio,non ho debiti politici da pagare,non sono ricattabile e non sono in vendita. Uno scorbutico,in tutti i sensi. Mi risulta ridicola la corsa a dichiararsi lista Civica. Ormai la definizione di lista Civica è omnicomprensiva;ma quando si definiscono Civiche quelle liste che al loro interno hanno ex assessori,ex consiglieri comunali e figure di riferimento di una certa area politica,il tutto diviene patetico. La questione è come si fa politica. Chiamare gli amici dopo essere stati eletti per sistemare le cose non rientra in una essenza Civica. Nella campagna elettorale a sindaco si differenziano chi fa grandi spese e chi utilizza metodi più diretti e personali. Ciò porta a due diversi metodi elettorali:depliant,opuscoli,manifesti,bandiere,cartelloni pubblicitarii,omini,manifestazioni. Altri con un volantino o poco più. Alcuni hanno liste con molti candidati consiglieri,un po’ per assicurarsi pubblico alle proprie manifestazioni,un po’ per attingere a tutte di quelle sfaccettature della società che potrebbero portare voti:sportivi,tassisti,motocarrozzisti,membri di associazioni ed altre bandierine segnaposto;qualcuno ha introdotto la novità di una campagna elettorale che scimmiotta quelle statunitensi con il camper ed i tour elettorali,mascherando con il dinamismo la incompletezza della proposta elettorale:tutti a dichiarare grandi professionalità che però non servono in Consiglio Comunale,un po’ più nelle commissioni,se ci vanno. Programma lunghi,ma se si eliminano slogan e citazioni resta poco. Alcuni programma sembrano un modello standard in cui inserire ogni tanto la parola Ischia per farlo sembrare autentico. Altri programma sono quasi identici,perfino nell’ordine di scrittura;forse li avevano fatti prima di dividersi e poi se li sono copiati. Cambia il candidato. Nei programma la parola”bilancio” è tipica di ogni amministrazione che si rispetti. Dove la trovo?Dove si reperiscono i soldi per abbassare le imposte come fosse non pagarle? Imposte o tributi. Dove si trovano le risorse?Ciò a conferma che certi progetti sono chiacchiere. Specifico che chi si candida venendo da cariche associative o speculando su attività benefiche,fa schifo. Il valore più grande da difendere è la Libertà. Votare è scegliere a quali dei pochi padroni presenti sulla scheda si preferisce obbedire e con quale delle potenziali regole essere governati. Per poter esistere,le istituzioni dominanti devono toglierci la nostra capacità di creare le nostre vite per noi stessi. Lo fanno trasformando la nostra energia in una attività che riproduce le istituzioni e vedendosi parte di questa attività. Questo furto della nostra energia vitale significa che l’ordine sociale e coloro che ne sono al potere sono oggettivamente nemici. Questo è il motivo degli inevitabili conflitti. Soggettivamente,noi diventiamo nemici di questa società quando decidiamo di riprenderci le nostre vite ed iniziamo ad agire in questo senso. Cosa significa per ognuno di noi il voto?Chi vogliamo che ci governi? Con quali regole vogliamo essere governati?Dobbiamo consegnare la nostra capacità di decidere ed agire ad altri i quali determineranno le nostre condizioni di vita sulla base di regole già esistenti. Una elezione che non presenta domande apertamente non consente all’elettore di scegliere liberamente. Ci viene data opportunità di scegliere fra alcuni candidati che vogliono esercitare il potere su altri sebbene in nome del Bene Comune. Candidati che ci sono presentati da politici professionisti,gente che ha tempo di determinare le questioni su cui ci lasceranno votare. Nessuno mette in discussione l’ordine sociale esistente,giacchè lo stesso meccanismo elettorale presuppone la necessità di questo nome. La scelta dell’individuo non determina quale genere di servitù sperimentare. Sarà la scelta della maggioranza a determinarla. Votare non è agire né assumersi la responsabilità della propria vita ma è l’esatto opposto. Chi vota stà ammettendo di accontentarsi di lanciare l’idea che altri debbano determinare la propria vita e del proprio mondo. Si delega ad altri la possibilità di prendere decisioni. Tutti coloro che scelgono la strada della astensione non vogliono l’annullamento dei partiti ma una attenta,oculata,responsabile,onesta,intelligente gestione della Cosa Pubblica e soprattutto una vera politica economica e sociale che possa rilanciare questo paese dalle enormi potenzialità,frenato e sotterrato da una vera e propria banda di governanti che lo ha ridotto nello stato in cui siamo. Votare il meno peggio è l’umiliazione della facoltà di voto. Andare alle urne non convinti solo per votare contro”altro”è l’apoteosi del qualunquismo;si toglie peso specifico alle scelte che ognuno di noi deve avere il coraggio di operare. Il messaggio è il ricambio di una intera classe politica falcidiando i vertici obsoleti dei partiti per poter avvantaggiare il ricambio generazionale.

Il Comune in cui credo è,prima di tutto,laico,ma pronto a difendere il diritto di ciascuno di credere in ciò che vuole. Questo è un Valore non negoziabile.

Il Comune in cui credo è quello in cui gli individui sono liberi di portare avanti una condotta di vita,nel rispetto delle leggi,ispirata ai principii della autonomia etica e spirituale,poichè l’uomo nasce libero,non democratico,liberale,socialista,cristiano,musulmano o taoista.

Nel Comune in cui credo ogni tentativo di imporre un impianto legislativo riconducibile a principii diversi da quelli della autonomia del pensiero di ciascuno è da considerarsi liberticida. Una democrazia che perde di vista il Valore della Libertà individuale alla lunga può produrre solo l’anarchismo sociale oppure il ritorno al dispotismo del capo carismatico a cui delegare le infiacchite coscienze.

Nel Comune in cui credo,tre cose vorrei che fossero offerte degnamente:sicurezza;salute;istruzione.

Nel Comune in cui credo,colui che lo governa è arbitro imparziale e non giocatore sleale in campo.

Mai piegherò la Libertà al bisogno di egualitarismo economico. Voglio un Comune che aiuti gli ultimi senza macellare i primi.

Vorrei un Comune dove si aiuta chi si impegna per produrre ricchezza e dove si agevola chi rischia in proprio. Per questo vorrei che chi ci amministra sappia pensare in grande per far diventare grande la nostra isola ma soprattutto non si arrenda alla cinica idea che tanto le cose non cambieranno mai.

Vorrei una Amministrazione capace di leggere i processi sociali ed economici;poco negoziabile,ma attenta ai bisogni che spingono dal basso:degli individui;delle famiglie;delle imprese.

Vorrei un Comune che non si accontenta di pochi e basilari servizii sociali ma in cui tutti abbiano la possibilità di essere aiutati in situazioni di disagio,con particolare attenzione ai problemi dei bambini e degli anziani,per raggiungere un livello di”vita familiare sostenibile”,poichè è da ciò che si comprende il grado di civiltà di una comunità.

Vorrei un Comune che sappia battersi con dignità anche fuori dai confini del campanile,perchè la nostra Regione non riesce più a confrontarsi con i territorii ma è divenuta un gigante politco-burocratico con poca progettazione e molta gestione. Un Comune che non abbia paura di confrontarsi con gli schema di potere grande che decide le sorti della Sanità regionale senza ascoltare seriamente né sindaci né professionisti né operatori del settore né i cittadini che sono destinatarii finali di questi preziosi servizii.

Vorrei una Amministrazione che guida e non subisce le scelte;che conosce la destinazione di ogni centesimo che esce dalle tasche dei cittadini,poichè ciascun centesimo versato è prezioso per chi lo versa,spesso frutto di rinunce e sacrificii e non può essere sprecato.

Vorrei un Comune dove la Politica torna al centro della azione amministrativa,la Politica,quella alta,che passa attraverso le scelte che riguardano la Sanità e la sua direzione,i trasporti e l’importanza che rivestono per Ischia,il consumo di suolo,i servizii,la formazione,l’istruzione,l’innovazione tecnologica,i diritti esigibili. Quando fare politica sarà una sorta di servizio sociale e quando si sgancerà dal sistema economico,allora avrà ancora un senso dire che un voto specifico può effettivamente cambiare qualcosa. Amo la mia isola come mia famiglia;essa è il parcogiochi naturale di una infanzia fantastica. Sussulto di trepidazione quando la scopro in T.V.;conosco ogni pietra,ogni spigolo,ogni balcone ed ogni portone;odori e suoni portano con sé il dolce ricordo degli anni più belli,ma in cui anche il ramo di un albero spezzato apre prospettive nuove. Ognuno promette molto. Io resto. Sicuro di non conoscere tutti i problemi del Comune e dell’isola e di non avere Verità nella tasca-quella la lasciamo solo a”quei bravi”-. Forte solo della mia solidità morale ma efficace nel metodo. Per risolvere i problemi serve una azione amministrativa forte che abbia obiettivi chiari da raggiungere e sappia trovare le risorse per realizzarli. Stabilite le priorità,come una locomotiva che corre,anche tutti i vagoni troveranno il loro percorso. Antimo Puca.

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