I lavoratori dell’Eav scrivono una lettera aperta all’azienda, nella quale ne sottolineano le mancanze nei confronti dell’utenza e dei dipendenti ed annunciano forme di lotta, lanciando un ultimatum: “entro il giorno 1 aprile noi pretendiamo che tu ottempererai a riparare alle tue mancanze” altrimenti “noi ci sentiremo autorizzati a non effettuare la nostra amata professione e ad informare gli organi di vigilanza”. “Ci sembra giusto che un’azienda debba monitorare i propri dipendenti per ovviare all’assenteismo e al lassismo, quindi concordiamo con le misure cautelari prese”.
Gli “operatori d’esercizio” lamentano: l’assenza di capolinea adeguati e dei bagni; la presenza di gomme “che somigliano a cocomeri”; in molti autobus il sistema frenante è un pericolo, mancano i martelletti di sicurezza e gli estintori sono legati da fascette di plastica; su alcuni capolinea c’è bisogno della manovra in retromarcia quindi c’è bisogno del manovratore; mancano i giubbotti catarifrangenti e il kit di pronto soccorso; bisogna ottemperare alla mancanza del 37% sugli accordi di secondo livello.
“Fino ad oggi – scrivono i dipendenti Eav – abbiamo seguito il cuore, lavorando sotto la nostra responsabilità. Dal primo aprile ci adegueremo alle norme imposte…”