ANTIMO PUCA: “OCCIDENTALI’S KARMA”

“L’intellettuale è come il bambino della favola,che svela all’imperatore la sua nudità”-Alberto Moravia-.Ho cominciato a riflettere sul significato di personaggi della cultura nella politica e sul ruolo dell’intellettuale nella società. Tacito,autore latino,nella sua opera “l’Agricola”,con il pretesto di elogiare l’operato del suocero Giulio Agricola,asserisce che l’intellettuale deve esulare da “deforme obsequium et abrupto contumacia”,ovvero l’intellettuale non deve cadere nel vile servilismo né nella ribellione. Tra i due estremi di sudditanza ed incomunicabilità potere-intellettuali si dipana una serie di periodi storici contrassegnati da alterne fortune,in cui i detentori del Sapere e della Cultura hanno svolto un ruolo illuminante,ora nelle scelte o nelle decisioni dei governanti,ora nelle lotte di opposizione nei loro confronti. La storia è costellata di intellettuali che erano strumenti del potere,basti pensare a Callimaco alla Corte dei Tolomei o a Virgilio che con l’Eneide celebra le divine origini di Ottaviano Augusto. L’intellettuale dovrebbe esprimere una lucida visione critica, anche aspra e persino irriverente,della realtà e del potere,per stimolare reazioni,prospettive,comportamenti consapevoli,riflessioni ponderate sul rispetto dei diritti e dei doveri o,più precisamente,sui valori fondanti di una collettività. Gli intellettuali sono da sempre attenti osservatori e promotori di cambiamenti. Insomma,un’attività al di sopra delle parti spesso controcorrente e provocatoria, perchè costringe ad aprire gli occhi ed a guardare ciò che non si vuole vedere. Eppure indispensabile per lo sviluppo ed il progresso degli uomini e della società. Occidentali’s Karma mette alla berlina la “fuga ad libituum” nelle filosofie orientali. L’arancione,è nuance spirituale per eccellenza impresso sulle tuniche degli Hare Krishna e dei Sannyasin di Osho,denominati appunto”gli arancioni”.Da qualche decennio esiste un fiorire di discipline derivate dalla meditazione buddista come ad esempio Mindfulness,lo Yoga declinato in forma di fitness da palestra e new age che sfocia in diversi settori,generando bassi commerci. Nel brano sono citati:Shakespeare:-essere o dovere essere,il dubbio amletico;Eraclito e Platone:-Panta Rei;Marx:-tuttologi del web;coca dei popoli;oppio dei poveri. Hegel ne”La Critica della filosofia dei Diritto” defini’ la religione”oppio dei popoli”;Merylin:”piovono gocce di Chanel”.Francesco da Buti nel commentare la Divina Commedia usa l’espressione”Umanità virtuale”.”Io amo gli uomini che cadono,se non altro perchè attraversano” è una citazione di Nietzesche. Desmond Morris,etologo e direttore presso lo zoo di Londra, intitolò un suo saggio “La scimmia nuda”,in cui l’uomo viene descritto come un concentrato di istinti ereditati dai progenitori pelosi .Secondo Morris,noi uomini somigliamo tanto agli antenati scimmioni,abbiamo perso i peli lungo il corso della evoluzione ma come loro ci piace fare le cose senza domandarci perchè. La Cultura merita un’attenzione particolare per l’importante ruolo che svolge non solo nella gestione di un Patrimonio. Il valore è,infatti,oltre che economico,anche e soprattutto immateriale e sociale. Si rende necessario riconoscere il ruolo sociale della Cultura,promuovere ed organizzare una disciplina volta alle”Imprese Culturali”.Avere un Patrimonio Culturale ben conservato e tutelato è la condizione necessaria,ma non sufficiente,per accrescere la partecipazione culturale ed avvicinare. Occorre puntare sulle attività indirizzate alla Valorizzazione,riportando al centro la gestione,quella che crea occupazione,sviluppo,bellezza e accresce la domanda. I confronti di opinione e persino gli scontri sono espressione di libertà,ma se non riescono a dare un contributo di conoscenza e proposta,a scuotere le coscienze,a sollevare questioni etiche o ad infondere speranza,rischiano di trasformarsi in uno spettacolare incontro di wrestling verbale,senza sostanza né costrutto. Ed in questo momento Ischia di tutto ha bisogno,fuorchè di altri saccheggiatori o predatori che ne sfruttano il marchio semplicemente per godere di una maggiore visibilità. Dei malesseri e delle piaghe isclane c’è notevole e diffusa conoscenza. Occorre uno scatto in avanti da parte dei pensatori e degli uomini di cultura:la capacità di individuare e stanare il germe della rinascita ,dando risalto ad esempi positivi. Obiettivo è introdurre la realtà della Impresa Culturale nei processi di valorizzazione del patrimonio, storico-paesaggistico,naturale e storico-naturalistico, per disegnare un percorso di crescita civile ed economica in grado di contribuire a rendere più attrattivo e vitale il contesto ischitano anche in chiave turistica. Il Patrimonio ischitano non è costituito solo da Beni Culturali,ma anche da un vastissimo Patrimonio Immateriale. Numerose sono le manifestazioni di Cortei in costume,delle rievocazioni e dei giochi storici che custodiscono l’identità delle comunità locali che,grazie a questi eventi,vivono i momenti più alti della propria tradizione. Sono manifestazioni che attraggono numeri sempre più elevati di turisti,anche internazionali ed hanno importante indotto economico generato. Abbiamo perciò bisogno di veri intellettuali che volino alti interrogandosi sul futuro dell’isola ed immaginando nuove funzioni e nuovi spazii. Si sollecita molto la pancia di un paese,assai poco si stimola la testa,in ben pochi casi si scalda il cuore. E l’opinione pubblica si spacca. Ma basta con gli pseudo intellettuali che speculano sui mali di quest’isola per esclusivo tornaconto. Finiamola con le polemiche stucchevoli pilotate ad arte per attirare subdolamente l’attenzione su altro e continuare a garantirsi cosi’ un posto di riguardo nell’Olimpo dei vanesi cinti da vacue e costose corone d’alloro. E tutto ciò a spese di chi,invece,come tanti cittadini onesti,combatte quotidianamente per la sopravvivenza nella legalità. Le operazioni di facciata se non sorrette da un progetto organico di lungo periodo rischiano,experientia docet, di naufragare nella desolazione offerta da lunghi periodi trascorsi senza vita e sussulti,un vuoto destinato ad ampliarsi in assenza di una spinta capace di infondere vitalità,energia ed entusiasmo. Bisognerà lavorare per ricostruire un rapporto tra politici e società ischitana,evitando mosse avventate e rimettendo a punto,con la più ampia convergenza possibile,buone regole. Importante è ripartire dalla legittimazione delle posizioni e delle opinioni dell’altro se si vuole un Comune che non sia eternamente frammentato,sterilmente litigioso e,dunque,incapace di un felice sviluppo. Oggi tutto è certo più difficile. La comunicazione,in tutte le sue forme,ha trasformato il modus vivendi delle persone,le necessità essenziali non si presentano più come una volta. Il mondo globalizzato impone comportamenti ed esigenze nuovi. Ma sono convinto che,dopo tanti sbandamenti per imboccare la strada giusta,è arrivato ancora una volta il momento di riaffermare con forza che nella vita pubblica si riflette il convincimento privato di ogni suo attore. Siamo liberi di decidere se e come mutare le forme in cui si sviluppa anche la nostra politica locale senza intaccarne i valori fondanti,consapevoli che tutto è imperfetto,la difesa dello status quo o la valutazione di un rinnovamento. Ma se a fungere da stella polare saranno il Bene Comune e non gli interessi personali e di fazione,la protezione dei deboli e non il vantaggio dei forti,l’apertura e l’inclusione degli ultimi anziché la chiusura delle proprie false sicurezze,una Buona Politca non può finire fuori strada, perchè a sostenerla,assai più delle forme in cui si esplica,e persino del necessario bilanciamento dei poteri,è l’animus di tutti noi ischitani la passione,la partecipazione e capacità di giudizio. Perdente è quel politico che non anima un confronto leale,caricandosi di funzioni salvifiche o,al contrario,addossando rischi esiziali per la politica.Si dovrà lavorare su una nuova politica,non modulata sulle contingenti presunte convenienze dell’uno o dell’altro,ma pensata per rafforzare proprio il legame fiduciario e la stretta relazione elettore-eletto,che sono la base di una rappresentanza degna di questo nome. Eneo Domizio Ulpiano, politico e giurista di spicco della Giurisprudenza Romana,formulò e sistemò molte norme del Diritto Amministrativo e Civile Romano,che sono ancora oggi a fondamento del Diritto Moderno e materia di studio presso le facoltà di Giurisprudenza. Nel suo scritto”Regole”,egli ha asserito:”Iustitia est constans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuendi. Iuris Praecepta sunt haec: honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere”. La giustizia consiste nella costante e perpetua volontà di attribuire a ciascuno il suo diritto. Le regole del Diritto sono queste:vivere onestamente;non recare danno ad altri;attribuire a ciascuno il suo. Questa è la regola che dovrebbe essere applicata da chiunque si dedica alla Politica in tutti i suoi livelli. Impegnarsi a vivere onestamente per non doversi ritrovare a combattere con la propria coscienza;ricordarsi che la propria libertà finisce dove inizia quella altrui;stare attenti a rispettare i diritti degli altri se vogliamo che anche i nostri diritti siano rispettati in ugual misura. E’ essenziale che noi ischitani torniamo fortemente e direttamente protagonisti della scelta dei nostri rappresentanti. Sia,la nostra,una scelta lineare e limpida,un consapevole voto “per” e non “contro”.”Sia il nostro parlare si,si;no,no;il di più viene dal maligno”-Gesu’-.Operiamo in coscienza il meglio possibile per la nostra isola infischiandocene delle parole inutili. INTENDIAMO Bene e Bene accingiamoci a fare. Sblocchiamo Ischia,che merita di essere rispettata e davvero rimessa in moto.

Antimo Puca

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