ANTIMO PUCA: “IL PORTO, L’AFFASCINANTE SALOTTO DEL WELLCOME IN ISCHIA”

L’obiettivo è ambizioso:far diventare la struttura portuale di Ischia il”salotto” della nostra isola.Un progetto che potrebbe diventare realta’grazie all’impegno di tutti,mantenendo attivi tutti i servizii anche nei mesi invernali in quell’ottica della destagionalizzazione che sembra essere una importante via per rimanere in sella ed affrontare,ad armi pari,i competitors.L’intreccio tra il Porto ed il tessuto economico e sociale della nostra isola sono indissolubili.Bisogna rilanciare il dibattito sulla infrastruttura portuale.La condizione paradossale di caos ed indeterminatezza in cui versa il Porto rischia di pregiudicare in modo definitivo il futuro dell’isola.Il Porto d’Ischia ha caratteristiche di unicita’ che non possono essere,a nessun prezzo,sacrificate.Un’opera naturale,delicata e complessa come il Porto,specie nel nostro caso,non puo’ ammettere alcuna approssimazione.Si rende necessario vagliare attentamente un progetto per pervenire a soluzioni che siano,se possibile,unanimamente condivise,ma,in ogni caso,almeno equilibrate e realmente praticabili.L’assenza di un compiuto e serio approfondimento della realta’ problematica Porto è una delle cause principali dei fallimenti accumulati ed ora piu’ che mai si rendono necessarie ,da parte dell’amministrazione,azioni forti.Tutte le criticita’ devono essere necessariamente affrontate,con piena trasparenza,in un luogo e con uno strumento che contengano in sè i crismi della Istituzione Pubblica,in modo da arginare qualsiasi velleita’ e creare i presupposti per portare il Porto d’Ischia fuori dal pantano incomprensibile in cui è arenato. Il nodo di tutto sono i traffici,cioè la proiezione di quale incremento di lavoro puo’ portare tale infrastruttura in una fase di arretramento del mercato,tenendo di conto,pero’,delle difficolta’ strutturali che il Porto di Ischia ha,specialmente con i suoi fondali.Per non parlare a caso servono prima di tutto due tipi di analisi:una sul tipo di finanziamento e una sulla proiezione dei traffici.Punto di fondamentale importanza è l’analisi di un progetto che dovra’, gioco forza, passare da approviggionamenti da energie rinnovabili e collegamenti logistici che favoriscono la migliore efficienza,i migliori costi e il basso impatto su arterie di scorrimento e isola.Trascorsa la stagione balneare,non devono essere tirati i remi in barca ma tutte le attivita’ devono rimanere operative,per stringere accordi commerciali al fine di avviare un network con i principali porti nazionali ed internazionali.Deve essere attivata la videosorveglianza e si deve provvedere a dotare la struttura di una illuminazione che la renda ancora piu’ suggestiva.Il rilancio del Porto,con la relativa destagionalizzazione,è fondamentale per consentire il riavvio del sistema economico del mare,che comprende trasporti marittimi,cantieristica,pesca e nautica da diporto.Si deve puntare a rivitalizzare l’intero comparto e a collaborare sempre piu’ con le professionalita’ locali.Sara’ vitale riuscire a dare consistente valore al settore della nautica da diporto,creando delle sinergie nell’indotto tra tutte le attivita’ produttive e di servizio,al fine di favorire uno sviluppo per le piccole economie locali.Bisognerebbe ”catalogare” la clientela tipo,per venire incontro alle esigenze ed ai bisogni di ciascuno.Creare il”diporto di Ischia”,ossia far diventare tutta la struttura il ”salotto” del paese,dotandolo di una atmosfera elegante è work in progress per favorire ad ischitani e stranieri sempre piu’ servizii.Si deve rendere tangibile l’ischitaneita’ del Porto,dimezzare le tariffe per i residenti e destinare un numero congruo di posti barca;stilare una classifica sulla base del reddito,favorendo naturalmente gli isolani a basso reddito.Si rende necessario passare immediatamente alla stesura di un piano regolatore portuale che preveda il recupero ed il risanamento di tutta la Riva,soprattutto la Riva Sinistra,con particolare riferimento alla”VOCCA VECCHIA”,includendo percio’ la pineta Pagoda,la spiaggietta di ZI’ MADDI’,il tondo,-(rivalorizzando anche gli antichi”belvedere”patrimonio museale naturale sito nel passeggio tra Ischia e Casamicciola ed il cui sguardo si estende al Porto,alla collina di San Pietro e di Sant’Alessandro,al Castello Aragonese, al Vesuvio,ai campi Flegrei,a Procida,Vivara,Lago Patria,ai Monti Appennini),-la zona del Redentore, e magari spolverando l’idea di una struttura naturalistico- sportiva,investendo gli utili nella zona.La”VOCCA VECCHIA”potrebbe diventare un polmone per il futuro dell’isola,contenendo in sé un altissimo valore storico-naturale,archeologico-ambientale ed ingegneristico di altissimo livello.Dopo una attenta indagine analitica,si rende necessaria la riattivazione del canale con la conseguente restituzione alla sua fruizione naturale.E’ la cura dei particolari che puo’ fare la differenza.Noi dobbiamo attrezzarci per rendere un Porto sempre piu’ affascinante,organizzando anche un sistema efficiente di raccolta differenziata,necessaria per incentivare isolani e non a differenziare i rifiuti ed a sensibilizzare l’attenzione all’ambiente.Tra le diverse ipotesi,quella di avviare la procedura per l’ampliamento della struttura attraverso la realizzazione di un Porto-Canale,che consentirebbe di sviluppare altre attivita’ a terra,come avviene in altre localita’ d’Italia e quella della creazione di un”Mercato Del Pesce”,dove i pescatori locali possono mettere in vendita il pescato del giorno.Il Porto-canale consiste in delle insenature artificiali che consentono di ottenere nuovi posti barca,valorizzare il territorio circostante e,al contempo,intervenire per preservare e salvaguardare l’ambiente,ottenendo l’ampliamento della struttura gia’ esistente,per come richiesto da una domanda sempre crescente del mercato;tutto cio’ permetterebbe al contempo di sostenere l’economia locale ed animare il Porto.Una ”Commissione Speciale” con funzioni di garanzia rispetto a tutte le procedure relative ad un Progetto di Rilancio del Porto avrebbe indubbii vantaggii tra i quali l’acquisizione completa ed esaustiva di tutti i dati e le informazioni per comprendere pienamente i problemi in essere e per avviare un confronto serrato ma trasparente sul merito,anche tecnico,di quei problemi.Piu’ ancora,pero’,preme la restituzione al Consiglio Comunale del ruolo che gli compete.Su un tema cosi’ vitale per l’isola il Consiglio Comunale non puo’essere costretto a pronunciarsi in modo sommario e scomposto su notizie frammentarie e sporadiche.Al contrario,dovrebbe essere chiamato a decidere con autorevolezza sulla base di resoconti ufficiali e possibili atti risolutivi che una Commissione Speciale Porto potrebbe fornire per considerare le difficolta’ che pone il risanamento ormai improcrastinabile del nostro Porto. UN PO’ DI STORIA DEL PORTO D’ISCHIA Narrano gli storici che,in epoche remotissime,il Porto d’Ischia era terra ferma,abitata da un villaggio di pescatori e contadini stanziati in una plaga di poche anime dimenticata dalla lontana Neapolis e fuori dalle rotte degli antichi naviganti.Per uno di quei movimenti sismici di enorme intensita’,cosi’ frequenti nell’isola,il villaggio sprofondo’ e al suo posto venne fuori uno stagno di natura vulcanica;un cratere circolare che attraverso i secoli si colmo’di acqua diventando un pantano maleodorante.Gli eventi sono narrati da Plinio il Vecchio nella sua ”NATURALIS HISTORIA”:..”in eadem et oppidum haustum profondo,alioque motu terrae stagnum emersisse”.(Nella medesima isola ,una citta’ fu inghiottita nel profondo,e per un altro sommovimento spunto’ fuori uno stagno).Paolo Buchner avvalora tale testimonianza sostenendo trattarsi di un ”dosso di ristagno”,cioè una effusione massiccia di lava lungo una spacatura del sottosuolo.Con il passare dei secoli,lo stagno prese il nome di”Pantanellum”,perchè produceva miasmi simili a quelli che promanano dai pantani delle acque stagnanti.Fu gioco forza aprire una piccola comunicazione con il mare,nel 1760,che ando’ sotto il nome di ”VOCCA VECCHIA”,per poter ASSICURARE LA CIRCOLAZIONE DI ACQUE OSSIGENATE e limitare l’insopportabile cattivo odore del laghetto.Nelle acque palustri,insieme all’onda marina entravano pesci in abbondanza,”tenuti a vivaio”-scrivono gli annalisti-dai monaci Basiliani che fin dall’anno Mille si erano stanziati sulla soprastante collina di San Pietro,dove avevano costruito una chiesetta ed un eremo dedicati a questo santo.Con l’apertura del lago in Porto-1854-e la costruzione della chiesa di Santa Maria di Portosalvo-1857-,i Borbone di Napoli gettano le basi per il futuro turistico della intera isola. ANTIMO PUCA

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