ISCHIA. PIAZZALE ANTISTANTE LO STADIO DA DEDICARE A MISTER CRISPI: UN’INIZIATIVA DILEGUATASI NEL NULLA

Alcuni anni fa stava facendo un percorso, che sembrava giunto quasi alla conclusione, l’intitolazione di un “pezzo” del comune di Ischia ad un personaggio importante che ci ha lasciato da tempo, ma rimasto vivo nei ricordi degli sportivi, e non solo, per la sua grande figura, il suo grande carisma, la sua grande disponibilità e professionalità. Ci riferiamo ad Adolfo Crispi, mister Crispi  o meglio ancora Fofò per chi lo ha conosciuto in modo più confidenziale. Enrico Scotti, insieme a Luciano Di Meglio, in queste ultime ore hanno ricordato  su facebook  l’iniziativa in fieri chiedendosi che fine avesse fatto. L’idea era quella di dedicargli il piazzale antistante lo stadio Enzo Mazzella, dedicare l’ampio spazio  a Mister Crispi.

“Il tutto sembrava ai titoli di coda, poi come succede vergognosamente nel Palazzo di Via Jasolino il consigliere proponente è stato esodato !” ricorda Enrico Scotti che aveva fatto, su richiesta dell’allora consigliere, anche alcune brevi note sul  Noto Personaggio, con il quale ha trascorso lunga parte della sua vita non solo “gialloblu”.

Vanno lette. Eccole (subito dopo le foto):

fofò e squadra stradono fofò con pasquale iodiceenrico-scotti-3
Una vita nello sport. Lo sport come vita.
“ Il MISTER dei Miracoli “

Sicilia meridionale, Stadio di Giarre Campionato di C2 1986/87, un calciatore dell’ Ischia , Franco Impagliazzo, è a terra, l’attaccante siciliano Marcello Pitino ha colpito duro, una figura minuta accorre: passo deciso, mani occupate, uno spray, una borsa, dell’acqua.
Città del Messico, Olimpiadi del 1968, un giocatore della Nazionale Italiana di basket , Dino Meneghin , è riverso sul parquet , lo jugoslavo Danipagic lo ha colpito, come in un lampo accorre la stessa figura minuta, stesso spray tra le mani, stessa borsa , un asciugamano.
Vienna, Stadio Prater, Campionati del Mondo Militari di Calcio del 1957, un calciatore italiano è riverso sul prato ,l’oriundo Da Costa, il portoghese Perez lo ha colpito. Solito scatto, solita figura, solita borsa, solito spray.
Sempre lui.
Adolfo Crispi. Mister Crispi. Per gli amici Fofò.
Per me , Maresciallo Capo Crispi ( 13° Reggimento Artiglieria da Campagna ), ero l’unico a cui consentiva di qualificarlo.
Età indefinita. Patriarca da sempre. Giovanile fino all’ultimo.
Quante corse in tanti stadi famosi o sconosciuti. Quanti miracolosi interventi sui parquet di tutto il mondo.
Quarant’anni di corsa !
L’inizio nel lontano 1947 alle Terme di Agnano, massaggiatore per vocazione.
Raccontare la sua vita è come svuotare una delle sue borse.
Dense, piene, vissute, stracolme di cose utilissime o totalmente inutili.
Dalle pomate ai biscotti, la radiolina, i santini, occhiali vari, limette, tronchesine, fazzoletti coloratissimi, vari cappelli, milioni di ricevute del lotto, schedine vecchie di anni, un pezzo di roccocò, soldi sparsi e ignorati, tante, ma proprio tante caramelle.
Una vetrina del bazar di Tunisi impallidisce al suo confronto !
La vita :
 Nasce il 16 luglio del 1914 , ad Ischia fino ai tre anni, poi inizia un peregrinare tra i parenti di Genova, Agerola, Stradella, ritorna ad Ischia a 14 anni dalla sua amata Mariuccia ( madre adottiva per l’anagrafe ma affettivamente naturale ) poi a Napoli dove studia alle Magistrali.
La guerra lo porta in Albania, Grecia, Francia, fatto prigioniero viene internato prima in Olanda e poi nel campo di concentramento di Meppen in Polonia per 2 anni.
Rimpatriato nel 1945 prosegue la vita militare e nel 1953 inizia come massaggiatore della Rappresentativa Militare di Atletica Leggera sino al 1957.
Nel 1957 diventa il Massaggiatore della Nazionale Italiana di Calcio Militare che si laurea Campione del Mondo nel 1957, nel 1958, nel 1959 e nel 1960.
Nel 1960 prima Olimpiade a Roma con la Nazionale di Pugilato con i vari Benvenuti e De Piccoli.
Dal 1964 approda alle Nazionali di Basket dove vi resta sino al 1977 disputando le Olimpiadi di Tokio , Città del Messico, Monaco e Montreal, vari Campionati Europei , Filanda, Italia
( Napoli ), Essen, Belgrado e Lubiana ( storica vittoria sugli Stati Uniti con canestro finale di Bariviera a sei secondi dal termine ), per poi proseguire con vari Campionati del Mondo sino all’ultimo a Calì in Colombia.
La sua casa:
 Sembra di navigare in una galassia ricchissima di immagini, di episodi, di storie sportive.
Migliaia di gagliardetti che ricordano manifestazioni pressoché sconosciute o notissime, trofei, targhe, medaglie, souvenir di tutto il mondo, tanti distintivi commemorativi ma proprio tanti, foto e manifesti.
Il tutto in un disordine voluto e cercato, quasi come una delle sue borse !
L’uomo:
 Tratti gentili e signorili.
Totale dedizione verso il prossimo, una forma quasi
masochistica del porsi al servizio di chi soffre e donare ,
a volte anche quello che non aveva.
Quante gratuite prestazioni, quanti sportivi accorsi nel
suo studio per cure mai retribuite.
Per tutti la risoluzione dei mali fisici ed in dono una delle sue
caramelle.
Quanti studi avviati e poi lasciati nelle mani di allievi
degni o meno degni del prestigioso maestro.
Il suo orgoglio: Luciano.
Fofò nella sua vita ha quasi sempre dato, senza
mai ricevere, facendo della donazione una profonda
esigenza e la chiave di tutta la sua vita.
Era questo il sentimento profondo che lo sosteneva da
sempre costringendolo ( ma sarà poi stata una vera
costrizione ? ) ad assistere con lunghe veglie notturne i
suoi pazienti, a sveglie all’alba per l’ennesimo flebo.
Per non parlare delle proverbiali liti con i cuochi degli
alberghi sedi di ritiri sportivi.
Le sue incursioni in cucina per il controllo sulla genuinità
degli alimenti e sulle cotture restano i soli momenti di
una ferocia caratteriale insolita nel suo incedere quotidiano,
da sempre discreto e signorile.
L’Ischia Calcio:
 Dal suo ritorno sull’isola era divenuto il vero punto di riferimento per tutti i calciatori che nel susseguirsi degli anni vi giocarono.
Parlare di totale disponibilità è riduttivo.
Per lui l’ Ischia rappresentava la sua famiglia, il suo perenne cruccio e il suo immenso orgoglio.
Le lacrime di gioia in occasione delle vittorie non erano inferiori a quelle versate per le sconfitte.
Ancora oggi, chi ha avuto l’onore di conoscerlo, avverte la sua assenza in particolari frangenti della vita ed un profondo senso di vuoto lo assale.
L’amarezza maggiore resta il constatare che non lo si è ripagato per tutto quanto ricevuto.
Partì per la sua ultima trasferta in una fredda domenica del 1992 ( 6.12.1992 ) e pensare che a lui piaceva il caldo !
Sorge spontanea la domanda : a chi ora starà donando le sue caramelle ?
Ciao Maresciallo Capo.

Enrico Scotti

(nelle foto: Fofò con un gruppo del torneo dello “stradone” e con Pasquale Iodice) (Nella foto in copertina con Umbertina Pareschi e Mabel Bocchi campionesse e nazionali di Basket)

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