BASKET – CONFERMATA LA SQUALIFICA DI CERVERA: RESPINTO IL RICORSO DELLA CESTISTICA

Piove sul bagnato in casa Cestistica Ischia, passata anche all’attenzione dei media nazionali sportivi e non per quanto accaduto nella gara di under 15 Elite tra Monte di Procida e Cestistica Ischia. Il 21 dicembre scorso, l’allenatore Giovanni Cervera fu coinvolto in un’animata discussione con un suo giocatore, culminata in uno schiaffo (e basta?) definito poi “paternale ed educativo” dal presidente della società Lello Pilato. Il patron della società isolana non ha mai negato quanto accaduto, contestando però al Giudice Sportivo un’eccessiva severità nell’applicazione della pena che vedeva il Cervera squalificato per ben sette giornate. Dopo qualche giorno di riflessione, la Cestistica Ischia, pur condannando il gesto, ha deciso di presentare ricorso con tanto di testimonianza da parte dell’allenatore avversario a favore di Giovanni Cervera. Non è bastata ne’ questa testimonianza, ne’ quella del dirigente isolano Russo (presente  al momento dell’accaduto), ne’ tantomeno la presa di posizione del presidente Pilato in qualità di rappresentante legale della società. La Corte Sportiva di Appello  – composta dagli avvocati Raganati, Longobardi e Batà – , ha respinto completamente il ricorso della Cestistica e confermato le sette giornate di squalifica a Giovanni Cervera “per atti di violenza di tesserati nei confronti di altri tesserati, non in fase di gioco, per comportamento offensivo nei confronti di altri tesserati, per comportamento minaccioso, intimidatorio e violento nei confronti di altri tesserati e per comportamento offensivo nei confronti degli arbitri”. Di seguito riportiamo una sintesi del comunicato ufficiale che è possibile consultare sul sito della Federazione Italiana Pallacanestro Campania, dal quale emerge quanto accaduto a Monte di Procida in maniera chiara e palese, paradossalmente grazie alle testimonianze che sarebbero dovute servire quantomeno a ridurre la pena per Cervera.  Il coach della Cestistica, negli atti presentati dalla società per il ricorso, ammette di “avere rifilato uno scappellotto al giocatore, ma sottolineando comunque di avere chiarito la situazione già il lunedì successivo alla partita, raccogliendo conferma della fiducia di giocatori e genitori; esclude altresì di avere rivolto offese agli arbitri”. Per quanto riguarda Giovanni Russo, il dirigente della Cestistica precisa che “in occasione del cambio, può darsi che lo schiaffo sia partito”. Contraddittoria e a questo punto decisiva la testimonianza dell’allenatore del Monte di Procida Costagliola, secondo il quale “in conseguenza della reazione veemente del giocatore alle sollecitazioni dell’allenatore, quest’ultimo ha colpito il ragazzo con uno schiaffo, comportamento definito dallo stesso Costigliola una “paternata”, ma non con pugni; precisa di essere intervenuto, insieme al dirigente accompagnatore Russo, per dividere allenatore e giocatore, venuti a contatto tra loro, anche per calmare gli animi, considerato che gli altri giocatori della squadra di Ischia si erano alzati dalla panchina per fermarli”. Insomma, lo schiaffo c’è stato e se non c’è stata una rissa, qualcosa di simile sì, visto che allenatore avversario, dirigente ischitano e giocatori sono dovuti intervenire per dividere Cervera e il giovane giocatore colpito precedentemente da uno schiaffo. Abbastanza grave, infine la versione degli arbitri, “i quali hanno confermato pedissequamente quanto riportato nell’allegato a referto, precisando che l’allenatore Cervera colpì il giocatore con un pugno al corpo e ripetutamente con degli schiaffi, mentre il giocatore cercava di evitare di essere colpito; in ordine alle offese proferite nei loro confronti, gli arbitri hanno precisato che il Cervera in maniera aggressiva chiese spiegazioni dell’espulsione urlando, tra l’altro, “non capite un cazzo”, e “ i miei giocatori li educo nella maniera che ritengo più opportuna”; gli arbitri confermano che l’allenatore minacciava di “dare il resto” al giocatore una volta recatosi nello spogliatoio”. Troppo rumore intorno a questa storia? Forse sì, ma è vero anche che probabilmente questo ricorso è stato quanto mai inopportuno. E non per questioni “tecniche” (tant’è vero che la Cestistica potrebbe ulteriormente fare ricorso rivolgendosi ad ulteriori gradi di giustizia), bensì per una questione etica, in nome di quei valori per cui la Cestistica si è sempre distinta; fare un passo indietro sarebbe stato un segnale forte e di appoggio alle scuse di Cervera e della società. Così facendo, oggi, si sarebbe parlato di altro, nonostante le sette giornate di squalifica e un gesto gravissimo da condannare senza se, senza ma e senza ricorso.

(COMUNICATO INTEGRALE AL SEGUENTE LINK http://www.fip.it/public/8/ComunicatiUff/16cu441.pdf)

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