ISOLA DI PROCIDA: PALAZZO D’AVALOS E L’EX CARCERE, TRA RINASCITA SOSTENIBILE ED ECONOMIA DELLA BELLEZZA

Venerdì nella chiesa di Santa Margherita Nuova si è tenuto il Convegno “L’isola di Procida: la rinascita sostenibile e l’economia della bellezza”. Una tavola rotonda di grande interesse, incentrata sul futuro di Palazzo d’Avalos e in generale del complesso carcerario di Terra Murata, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni regionali e nazionali, delle Università e di altre realtà scientifiche all’avanguardia, come l’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, ndr).

Gli esiti di questa conferenza interesseranno non solo l’isola di Arturo, ma anche i territori limitrofi e, in generale, tutta la Campania. Ciò è dimostrato dalla presenza del Comune di Monte di Procida con il Sindaco Giuseppe Pugliese e l’Assessore Gerarda Stella.

Un’occasione concreta anche per aggiungere Procida ai Comuni sottoscrittori del Manifesto dello sviluppo sostenibile nelle isole minori italiane, lanciato dall’ANCIM (Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori, ndr) nell’Isola de La Maddalena lo scorso maggio.

«Il senso di quest’iniziativa è quello di condividere pubblicamente il punto della situazione sul futuro di Palazzo d’Avalos e dell’ex Carcere di Terra Murata», così ha battezzato l’iniziativa il Sindaco Dino Ambrosino: «L’idea è quella di mettere insieme un “cartello” (in senso positivo) di Istituzioni pubbliche (le Università, l’ENEA, il Comune di Procida, la Regione Campania, alcuni Ministeri, ecc.) che possano avere in questa struttura un punto di riferimento». Un’ occasione, precisa il primo cittadino, anche per noi procidani «per riprendere il legame con Terra Murata, interrotto a partire dal 1988 con la chiusura del Carcere. A Terra Murata c’è la nostra storia e anche il Carcere, seppure fosse un luogo di pena, un luogo isolato, faceva parte della vita di Procida perché attorno a quella struttura c’era un’economia che coinvolgeva tutta la comunità isolana». Con la chiusura del Penitenziario è subentrato l’oblio, l’abbandono e, da allora, conclude il Sindaco, Terra Murata «non è più il cuore pulsante dell’isola, così come lo è stata nel corso della storia. Il nostro obiettivo è di farla tornare a essere quello che era, dopo la messa in sicurezza e il recupero di Palazzo d’Avalos, offrendo degli spazi».

Nessuna intenzione, da parte dell’Amministrazione, di costruire “cattedrali nel deserto”, come sottolinea l’Assessore Antonio Carannante, il quale, come ricordiamo, tra le sue deleghe ha proprio Terra Murata. Nessuna intenzione, come da decenni si vocifera, di fare del Palazzo un mega albergo: «Oggi Procida non ha bisogno, almeno nell’immediato, di aumentare la ricettività. L’obiettivo non è quello di un’operazione economica di forte impatto sul territorio mirata all’aumento di posti letto, ma è qualcosa di più: creare un nuovo modello di sviluppo». Come si raggiunge questo obiettivo? Il primo passo sarà prendere confidenza con il Programma di Valorizzazione di Palazzo d’Avalos, redatto dall’Architetto Rosalba Iodice, in collaborazione con il dottor Enzo Peruffo della LUISS “Guido Carli” di Roma. È un testo fondamentale, prosegue Carannante, «un documento tecnico-giuridico che indica le linee guida per lo sviluppo, il restauro e la ri-funzionalizzazione della struttura e compito dell’Amministrazione sarà innanzitutto diffonderlo sul territorio» affinché tutti i procidani siano a conoscenza delle reali condizioni e delle possibilità che può offrire l’intero complesso.

Possibilità che, dopo il breve saluto del dottor Vittorio Violante dell’ENEA («Questo incontro una grande sfida per restituire all’isola la maestosità che le appartiene»), sono state illustrate proprio dall’Architetto Iodice. «La superficie da recuperare e rivalorizzare è di circa 20.000 mq» ha precisato dopo un breve viaggio nella storia del Palazzo, con foto e documenti d’epoca, «Nel 2013», prosegue, «Procida è stato uno dei primi Comuni d’Italia ad acquisire un bene vincolato. L’obiettivo del Programma è la tutela e la valorizzazione del complesso e prevede l’utilizzazione del bene con una destinazione culturale e turistico-ricettiva». Si aprono quindi tutta una serie di possibilità, per esempio, riguardo la destagionalizzazione del turismo culturale e congressuale, come le Scuole per l’Alta Formazione, Summer e Winter Schools, delle Università campane e non solo, un atelier per gli artisti, un “percorso museale della Memoria” dedicato anche alla Marineria procidana. Per il tenimento agricolo – circa 18.000 dei 20.000 mq dell’intera area – l’idea, secondo l’Architetto, potrebbe essere quella di recuperare le tradizioni agricole isolane (nello specifico: vino, limoni, carciofi e altri ortaggi),  ospitare artigianato e terziario avanzato. Ma le difficoltà sono soprattutto di natura finanziaria e gestionale. Il consolidamento e restauro di Palazzo d’Avalos è stimato intorno ai 25 milioni di euro. E, conclude Iodice, «Il Comune ha 14 anni per realizzare il restauro e la valorizzazione, tempi legati all’effettiva erogazione del finanziamento pubblico e alle procedure per inserire gli investitori privati».

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