LE COMPAGNIE DI NAVIGAZIONE NON HANNO FATTO CARTELLO. IL CONSIGLIO DI STATO ANNULLA LA MULTA DI 14 MILIONI

Le compagnie di navigazione che operano nei golfi di Napoli e Salerno non hanno fatto cartello. Il Consiglio di Stato ha rigettato definitivamente il ricorso dell’Antitrust contro il Tar del Lazio che, già in prima istanza, aveva accolto il ricorso presentato dagli armatori contro l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Multe per complessivi 14 milioni di euro aveva chiesto l’Antitrust che, a a sostegno della sua azione aveva i Cantieri del Mediterraneo, l’Associazione movimento consumatori, il circolo Pd dell’Isola di Capri, il Movimento 5 Stelle dell’Isola d’Ischia, il Forum dei giovani di Capri e Anacapri, il Forum dei giovani di Capri e il Forum dei giovani di Anacapri. Il Consiglio di Stato ha avallato la sentenza della prima sezione del Tar Lazio. Il giudice amministrativo aveva praticamente annullato gli effetti del provvedimento dell’Autorità garante del 10 febbraio 2015.

Un provvedimento ritenuto una vera e propria batosta per le compagnie di navigazione. Multe per complessivi 14 milioni di euro e un termine di 120 giorni dato alle compagnie di navigazione per dimostrare, con azioni concrete, che operavano in maniera separata.

All’ammontare dei 14 milioni di euro l’Autorità garante era arrivata comminando una sanzione pari al 10% del fatturato annuo di ogni singola compagnia. Un calcolo che si era dimostrato, comunque, lacunoso perché, al di là della legittimità, aveva considerato per alcune compagnie dati sbagliati. Il caso più eclatante quello della Snav: la sanzione era stata applicata sull’intero fatturato in cui rientrano anche linee di traghetti tra Marche e Croazia e traghetti tra Napoli e Palermo.

«Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto l’avvocato Salvatore Ravenna che, insieme agli avvocati Francesco Sciaudone e Donato Bruno ha preparato i ricorsi delle singole compagnie – perché il Consiglio di Stato ha messo la parola fine ad una vicenda costruita artatamente per danneggiare gli armatori. I collegamenti marittimi nel Golfo di Napoli e sulla costiera amalfitana sono gestiti da singole compagnie che collaborano solo nella gestione dei servizi a terra a tutto vantaggio dell’utenza». E non a caso nei ricorsi è stata minuziosamente ricostruita l’attività di ogni singola compagnia. Una ricostruzione che ha convinto i magistrati amministrativi in prima e in seconda istanza.
La vicenda ha origine nel 2008. Fu allora, infatti, che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato avviò un procedimento istruttorio nei confronti di imprese private operanti nel settore del trasporto marittimo. Un’indagine dettagliata che mirava ad accertare l’esistenza di un’intesa anticoncorrenziale nel mercato riguardante il trasporto passeggeri nei golfi di Napoli e Salerno.

Già all’inizio della procedura furono sanciti impegni da parte delle imprese interessate. Impegni che l’Autorità, nel corso del 2009, rendeva obbligatori. L’attenzione dell’Antitrust, comunque, era incentrata essenzialmente sulla costituzione tra le imprese che svolgono i servizi del Consorzio Linee Marittime Partenopee (CLMP) (costituito per occuparsi di un’iniziativa denominata Biglietto Unico) e, successivamente, dell’Associazione cabotaggio armatori partenopei (Acap). Queste strutture, secondo AGCM, avevano contribuito, ad agevolare contatti tra gli armatori che, sistematicamente ripetuti, «Avevano portato a ripartire – scriveva l’Autorità garante – le diverse rotte in modo da evitare sovrapposizioni sulla parte di mercato non gravata da obblighi di servizio pubblico e, conseguentemente, ridurre o anche eliminare la concorrenza in tale ambito territoriale».

La Federazione autotrasportatori italiani (Fai) ha, intanto, deciso il blocco delle attività nel porto di Napoli fino a sabato per protestare contro i lunghi tempi di attesa registrati negli ultimi mesi. Ciro Russo, segretario del Fai a Napoli, è durissimo nei confronti delle società terminalistiche e di Conateco nello specifico. Il più grande terminal del porto di Napoli nel mirino degli autotrasportatori per le lunghe attese registrate in questi mesi per il regolare lo svolgimento delle attività di gate in/out. «Abbiamo attuato un presidio – dice – nel Porto di Napoli per tutelare gli interessi degli autotrasportatori e ripristinare le condizioni di sicurezza per il personale viaggiante. I nostri autisti sono esasperati e le aziende costrette a non rispettare gli orari di lavoro del personale viaggiante mettendo così a rischio anche la sicurezza».

 

fonte Ilmattino.it

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