Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “è difficile immaginare il futuro della Siria se continua ad essere al potere Bashar al-Assad”, l’attuale presidente. Il futuro della Siria – spiega Gentiloni al premio giornalistico in corso ad Ischia – dipende dai negoziati tra le diverse parti siriani ma non può essere affidato nelle mani di Bashar. Poi saranno i siriani a decidere con libere elezioni, se la Siria sarà un paese unitario o federale ma Bashar accetti l’idea di non essere il dominus della situazione. Per risolvere la crisi siriana serve molta concentrazione sull’emergenza umanitaria e bisogna scommettere sulla collaborazione tra Russia e Stati Uniti, una collaborazione che noi italiani stiamo incoraggiando. E’ da qui che può venire un barlume di speranza per una Siria libera. Oggi Daesh ha perso molto terreno soprattutto in Iraq ma la missione non è affatto compiuta, l’impegno della comunità internazionale resta molto importante. Quando sono stato nominato ministro, nel novembre 2014, Daesh aveva la maggiore forza, aveva conquistato una parte molto consistente del territorio sia siriano che iracheno – ha spiegato – proprio tra novembre e dicembre 2014 cominciarono alcune relazioni della comunità internazionale, in particolare in Iraq. Oggi Daesh ha perso molto terreno ma la missione non è affatto compiuta”. (ANSA).