ABUSIVISMO EDILIZIO: LA CAMERA APPROVA, MA STRAVOLGE IL DDL FALANGA

Deluso il senatore verdiniano che promette battaglia al Senato

Dopo l’approvazione del Senato anche la Camera dei deputati ha votato il ddl Falanga, che istituisce nuovi criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi. Il provvedimento approvato è però molto diverso rispetto a quello licenziato qualche mese da Palazzo Madama, gli onorevoli Ermete Realacci (presidente della commissione Ambiente) e Walter Verini (componente della commissione Giustizia), infatti, hanno fatto approvare due emendamenti che di fatto ribaltano l’impianto originario. Il ddl Falanga era stato pensato soprattutto per la Campania dove sono stati stimati ottantamila alloggi abusivi e dove il 70 per cento dei Comuni non ha un Piano regolatore. L’impianto originario stabiliva che il magistrato, qualora si fosse trovato a gestire una pluralità di procedure, avrebbe dovuto osservare un ordine di priorità blindato. Per primi sarebbero dovuti essere aboliti gli immobili che «per condizioni strutturali, caratteristiche o modalità costruttive» costituivano un pericolo già accertato per la pubblica e privata incolumità, poi gli immobili in corso di costruzione «o comunque allo stato grezzo e non ultimati», successivamente, gli immobili utilizzati per lo svolgimento di attività criminali e così via sino ad arrivare all’«abusivismo di necessità», che aveva sollevato tante polemiche perchè categoria che non identifica una specifica fattispecie giuridica. Proprio questo è il punto che è stato depotenziato. “Così come l’abbiamo emendata è il contrario del ddl Falanga — dice soddisfatto Ermete Realacci —. La versione licenziata da Palazzo Madama avrebbe reso più difficile gli abbattimenti e quindi il contrasto all’abusivismo. La legge approvata dalla Camera mira, invece, a una razionalizzazione delle procedure di demolizione degli abusi edilizi riconosciuti tali da condanna definitiva”. La nuova versione del ddl prevede, infatti, che si dia priorità ai manufatti in corso di costruzione o non conclusi e alle seconde case, e che si tenga adeguatamente conto nel definire le priorità degli immobili a rilevante impatto ambientale, costruiti, cioè, su demanio o aree soggette a vincoli ambientali, paesaggistico, idrogeologico, archeologico o storico, di quelli che rappresentano un pericolo per l’incolumità dei cittadini e dei manufatti nella disponibilità di condannati per reati di associazione mafiosa. Viene, inoltre, istituito un fondo rotativo di 45 milioni presso il Ministero delle Infrastrutture per integrare le risorse necessarie alle demolizione da parte dei comuni e una banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio”. “Il punto debole — continua il ragionamento Verini — era il rischio di favorire impugnazioni e ingolfare ancora di più i Tribunali. Ora torna ad essere la Procura a decidere cosa abbattere prima e cosa dopo». Deluso il senatore Falanga che attacca «Lo hanno stravolto completamente, però, non pensino che noi staremo fermi. Al Senato noi verdiniani saremo un muro invalicabile. Non potremo mai votare un provvedimento del genere”. Sulla stessa linea anche l’on Mara Carfagna (FI) per cui questo provvedimento va a colpire i cittadini della Campania, esclusi dal condono del 2003. La battaglia ora tornerà al Senato, dove non si escludono sorprese e stravolgimenti nelle alleanze attualmente in campo.

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