SANITA’: A ROMA LA MANIFESTAZIONE DEI MEDICI IN DIFESA DELLA GUARDIA MEDICA NOTTURNA

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Si è svolta ieri mattina in piazza Montecitorio, a Roma, la manifestazione dei sindacati medici contro l’abolizione della Guardia medica notturna, prevista dalla bozza per il rinnovo della Convenzione dei medici e dei pediatri di famiglia.
All’insegna dello slogan ‘Renzi non spegnere le luci dell’assistenza notturna’, a manifestare davanti al Parlamento sono stati il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), le rappresentanze dei medici della Cgil , Cisl e Uil, il Sindacato italiano medici del territorio (Simet). Con loro anche rappresentanti di Associazioni di Consumatori e sindaci dei piccoli comuni italiani.  Ad unirli, la preoccupazione rispetto alla sostituzione di un modello di assistenza territoriale 24 ore su 24 attuale (in cui di giorno c’è il medico di famiglia e di notte la guardia medica) con un modello di assistenza 16 ore su 24, in cui di notte e nei giorni festivi il cittadino deve far riferimento al pronto soccorso e al 118 per ogni tipo di problema di salute, a prescindere dalla gravità. La preoccupazione maggiore è che la soppressione del servizio notturno possa riversare maggiore carico di lavoro sui Pronto Soccorso, già messi a dura prova. Franca Biglio, sindaco di Marsaglia (Cuneo) e presidente dell’Associazione nazionale che riunisce 5000 piccoli comuni, sottolinea un’altra criticità della riforma che a suo dire penalizzerebbe “in particolare gli anziani che vivono nei piccoli centri”. Alla Biglio fa eco Francesco Baldelli, Sindaco di un altro piccolo centro, Pergola (Pesaro Urbino), che rimarca come “potranno trovarsi in difficoltà gli abitanti che non hanno un punto di pronto intervento nelle vicinanze e che rischiano di avere problemi nel raggiungere la struttura sanitaria”. Analoga la posizione di Federconsumatori che evidenzia le difficoltà a cui andranno incontro soprattutto “coloro che vivono nei luoghi montani o nelle piccole isole”. Il Centro Studi del Sindacato Medici Italiani si sofferma sui numeri del servizio. In Italia ci sono circa 20mila guardie mediche il loro costo, nell’insieme, è di 605 milioni di euro annui, pari a meno dello 0.5% del fondo sanitario nazionale, ovvero 10 euro a cittadino. Complessivamente le guardie mediche effettuano ogni anno circa 15milioni di visite, di cui 3milioni tra le 24 e le 8 della mattina, cioè nella fascia oraria in cui vorrebbe sopprimersi il servizio. Ma se tutte queste osservazioni sono vere, non si può trascurare che dall’altra parte la riforma prevede una aumentata disponibilità dei medici di medicina generale, che saranno a disposizione dei pazienti dalle 8 di mattina alle 24.00, coprendo, quindi, un arco temporale molto più ampio di quello attuale e garantendo una assistenza maggiore agli assistiti. Ad oggi, infatti, molti medici di famiglia dedicano solo poche ore al giorno all’attività ambulatoriale, i loro studi sono spesso sovraffollati e in caso di necessità gli assistiti si recano comunque negli ospedali. Se a ciò si aggiunge che, in ogni caso, la maggior parte dei pazienti che si rivolgono alla guardia medica sono codici bianchi, e che i casi più gravi vengono comunque dirottati al Pronto Soccorso, è necessario un po’ di cautela prima di schierarsi, per partito preso, contro una riforma, sicuramente migliorabile, ma con la quale si sta tentando di dare risposte a problemi che ci portiamo dietro da troppo tempo. Le riforme non sono mai indolore, ma a volte sono necessarie.