Inizia Gioacchino Alfano, prosegue Pasquale Sommese, chiude Raffaele Calabrò. A piccoli passi la strategia di Ncd per comune e Regione si chiarisce. L’accordo con il centrosinistra al comune di Napoli è solo l’antipasto di quella che sarà l’entrata in maggioranza anche in Regione Campania, al fianco di De Luca. «Tempo al tempo», chiarisce Alfano. Passo dopo passo, direbbe qualcuno. Ncd, o meglio Napoli popolare, fa da subito pesare la sua presenza in coalizione alla candidata Valeria Valente. «Napoli popolare ha scelto di stare in coalizione col Pd in linea con governo nazionale e regionale», spiega Alfano. A chi eccepisce che, appunto, alle regionali erano candidati con Caldoro risponde: «Abbiamo fatto una scelta di continuità con Caldoro, ma il progetto era già partito altrove. Valente ha vinto le primarie, è un parlamentare giovane. Abbiamo fatto un’eccezione alle regionali. Ma ora stiamo facendo un’opposizione costruttiva. Noi non seguiremo mai una linea populista, ma non facciamo neanche operazioni per poltrone».Sulla mancanza dell’Udc, almeno per ora: «Noi crediamo in questo progetto, ora ci credano anche gli altri». Ncd a Napoli alle ultime regionali ha racimolato quasi il 6 per cento. Non pochissimo, visti i tempi. E Alfano, Sommese, Calabrò lo sanno bene.«La gente ci sta seguendo — termina il sottosegretario —. La nostra è una posizione coraggiosa cara Valeria, daremo un grosso contributo, invitiamo gli alleati a fare lo stesso. Tu hai vinto le primarie, ma anche nel tuo partito c’era chi stava tentando di fare qualcosa che non condivido. Ma con te il discorso cambia». Prosegue Pasquale Sommese: «Il nostro è un progetto che chiama a raccolta tutti i moderati. Lo dico al tuo partito c’è bisogno di territorio e civismo. Noi siamo moderatamente fiduciosi di farcela». Il più chiaro è Raffaele Calabrò: «Non possiamo costruire a Napoli una cosa diversa dalla Regione, anche se ora Area popolare non è presente. Ma serve una sinergia tra governo locale, regionale e nazionale. Noi non possiamo far vincere de Magistris e la città di Napoli deve essere il centro di questo sistema. Per fortuna c’è un’attenzione estrema del governo nei confronti di Napoli. A me convince Valente sindaco, un sindaco giovane, con esperienza non si trova in giro, una sincera riformista socialdemocratica, noi invece siamo riformisti liberali. Ci dobbiamo unire perché siamo tutti incazzati contro il sindaco». Arriva anche Ugo de Flaviis, durante le primarie al fianco di Bassolino. «Lo avevo detto che avrei guardato con favore a un progetto comune — replica Valente —. Basta accarezzare e lucrare su Napoli e i napoletani. Ho i piedi per terra e a questa città serve un’amministrazione che funzioni». Nessun imbarazzo, insomma: «Napoli popolare è l’evoluzione di un cammino. Io guardo a tutto il mondo moderato con interesse e sono pronta all’alleanza con loro. Noi non ci andiamo a prendere i transfughi, ma facciamo alleanze». Tutto bene? Non per tutti. L’avversario di Valente alle primarie, Marco Sarracino dice chiaramente: «Non sono contento, certo che non lo sono. Dopodiché è una decisione che si assume il partito, ma è uno dei motivi per cui non mi candido e ho rifiutato di fare il capolista del Pd al Comune di Napoli. Questo è un matrimonio unico in Italia. A Milano, Roma e Torino non appoggiamo il centrosinistra. Ne discuteremo dopo le elezioni di queste cose, perché per me è un errore che gli elettori ci faranno pagare». E termina: «Credo che il gruppo dirigente del Pd provinciale e regionale si assumerà tutte le responsabilità. Vedremo il 5 giugno chi avrà ragione. Noi stiamo dando una mano perché si vinca».
Fonte Il Corriere del Mezzogiorno