POLEMICHE SULLE METODOLOGIE UTILIZZATE DAL CNR PER STUDIARE I FONDALI DEL GOLFO DI NAPOLI

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Dal 25 gennaio al 10 febbraio la Minerva Uno, una nave oceanografica del Cnr di Pozzuoli, ha eseguito il monitoraggio degli apparati vulcanici sommersi sui fondali del Golfo di Napoli e di quello di Pozzuoli. L’obiettivo della campagna era quello di acquisire dati geofisici per riscostruire la profondità dei fondali e le strutture geologiche dell’area. Le indagini sono state eseguite con l’ausilio del Side Scan Sonar, un particolare tipo di Sonar in grado di restituire un’immagine tridimensionale del fondale,  e dell’Air-Gun, una  tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Praticamente ci sono degli spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Ma le associazioni ambientalistiche sostengono che le onde generate da questa tecnica possano essere rischiose per i cetacei, ma anche per i sub presenti nell’area. L’ischitano Franco Baiocco, colpito dalle onde durante una immersione, ha raccontato la propria esperienza.