LUCIANO VENIA: “SALVIAMO IL PLATANO DI LAMARTINE”

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Luciano Venia ha scritto al Sindaco di Ischia e a tutte le autorità competenti, sino ad arrivare al Presidente del Consiglio, per salvare il platano monumentale posizionato a Ischia all’ingresso del Porto. Di seguito il testo del documento :
“Sindaco, la stampa ha riportato una serie di indiscrezioni, poi confermate dai dirigenti del comune in incontri informali dopo una richiesta circa la notizia pubblicata circa le condizioni in cui verserebbe il Platano di Lamartine, l’albero monumentale situato all’ingresso del centro abitato di Porto di Ischia nelle adiacenze della storica basilica di Santa Maria di Portosalvo. Tale monumento vegetale, autentico Patriarca Verde risalente ai tempi della Rivoluzione Francese del 1789 ed esistente prima dell’apertura del Porto di Ischia del 1854 ha traversato i secoli indenne sino ad oggi. I Platani sono alberi longevi il cui ciclo vitale può secondo alcuni superare i 400 anni. Se così fosse il nostro sarebbe proiettato quasi all’anno 2200. Ma tant’è si è lanciato l’allarme sulle sue presunte criticità e occorre verificarle per poi intervenire immediatamente agendo a tutela della sicurezza delle persone e delle cose. Non conosco ovviamente gli esiti di perizie e accertamenti pervenuti alla amministrazione che mi auguro siano stati disposti come elementare momento di analisi e supportati anche da confronti con gli esperti del settore ed i centri di ricerca botanica internazionale ed accademica. Tuttavia con la presente Le rivolgo un appello fermo sostenuto da migliaia di cittadini che a tal riguardo si sono espressi anche attraverso i social media, affinchè il Comune di Ischia si attivi “ad horas” per mettere in atto ogni e qualsivoglia intervento supportato scientificamente e previo concorso degli enti interessati per la tutela e la conservazione dell’esemplare di Platano pluricentenario sito sul Porto e noto a livello mondiale anche per le sue implicazioni di carattere letterario e culturale che lo legano al nome e all’opera di Lamartine.  La cosa più semplice per i profani e gli ignoranti potrebbe essere l’invocazione del suo abbattimento. Ma sia la Costituzione che il Codice del Paesaggio e le norme speciali impongono una diversa e migliore risposta alle problematiche di cui trattasi. Come è noto infatti: “La legge n. 10 del 14 gennaio 2013, oltre a dettare regole per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, va anche a potenziare il preesistente quadro normativo sulla tutela dei patriarchi verdi, patrimonio paesaggistico e ambientale di grande pregio del nostro Paese. Al fine di dare omogeneità alla differenziata legislazione regionale avente come obiettivo la tutela e la valorizzazione di tali esemplari, la legge statale fornisce una definizione giuridica di albero monumentale univoca, che dovrà essere recepita da ogni regione. Onde garantire la massima tutela agli esemplari monumentali, la legge stabilisce inoltre che chi ne provoca il danneggiamento o addirittura provveda all’abbattimento, salvo il fatto che quest’atto costituisca reato, andrà incontro a sanzioni amministrative comprese tra i 5.000 e i 100.000 euro. Non comporteranno l’applicazione di sanzioni gli abbattimenti, le modifiche della chioma e dell’apparato radicale effettuati per casi motivati e improcrastinabili, dietro specifica autorizzazione comunale, previo parere obbligatorio e vincolante del Corpo forestale dello Stato.” Da me e da noi Sindaco in questa battaglia per la legalità nell’area a terra e a mare della Foce Antica del Porto e per la tutela e la conservazione del patriarca verde, l’albero monumentale definito il Patriarca Verde riceverà il sostegno pieno e operativo supportato dalla partecipazione della pubblica opinione. Ma il tempo è scaduto ! Occorre intervenire prima che la comunità, corporazione proprietaria dei beni culturali e ambientali possa vedersi derubata da queste bellezze e da questo valore civile. Mi auguro che si faccia non solo il possibile ma l’impossibile per tutelare questo bene così simbolico per la nostra isola che assieme alla zona ampia della Foce Antica del Porto attende che lo Stato nelle sue articolazioni provveda al recupero, alla riqualificazione e alla valorizzazione colpendo in maniera severa quanti eventualmente compiano attentati non meno gravi di quelli dinamitardi poiché egualmente distruttivi, al futuro dei giovani e della nostra comunità. Difendiamo l’ambiente e il porto, Sindaco; esso non appartiene agli ischitani di oggi ma è il frutto dell’ingegno e del lavoro dei nostri avi e ancor più è patrimonio delle nuove generazioni che hanno diritto di vivere in un ambiente salubre caratterizzato da alto valore paesaggistico. SALVIAMO IL PLATANO DI LAMARTINE, SALVIAMO “LA QUERCIA” COME LA CHIAMANO TUTTI CON PROFONDO AFFETTO PER QUESTO ALBERO MONUMENTALE CELEBRATO DALLA STORIA”.