DOMENICO SAVIO: “NEL GIORNO DELLA MEMORIA AL TORRIONE DI FORIO UNA RAPPRESENTAZIONE  TEATRALE MACCHIATA DALLA PROPAGANDA ANTICOMUNISTA!”  

 

Mercoledì sera 27 gennaio 2016 invitati abbiamo partecipato a una importante, dal punto di vista storico e recitativo, rappresentazione dedicata all’istituito giorno internazionale della memoria, cioè al 27 gennaio 1945, quando l’eroica e gloriosa Armata Rossa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, guidata dal compagno Giuseppe Stalin, entrò nel campo di sterminio nazista di Auschwitz liberando 7.650 prigionieri, ridotti a scheletri viventi dalla tortura e dalla fame, tra cui numerosi prigionieri di guerra sovietici, prigionieri politici, ebrei, slavi, polacchi, rom, sinti, omosessuali, “asociali”, eccetera.

Sappiamo per esperienza che il giorno della memoria sin dalla sua istituzione, in Italia è stato istituito il 20 luglio 2000 con la legge n.211, è servito alla cultura, al sistema economico e sociale e al potere politico borghese, clericale e capitalistico e alle potenze imperialiste che oggi dominano il mondo, dagli Stati Uniti d’America alla Comunità Europea e al Giappone, per buttare fango sull’ex Unione Sovietica e sull’intero mondo socialista realizzato nel secolo scorso, sui suoi dirigenti e sull’ordinamento socialista della società paragonando spesso, in modo truffaldino e ignobilmente, le atrocità del nazismo alla dittatura del proletariato. Tutto questo per mettere in cattiva luce la costruzione della società socialista e l’edificazione di quella comunista agli occhi delle masse popolari, società nuova, superiore e alternativa che metterà fine allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, eliminerà le classi sociali e affermerà l’uguaglianza economica e sociale tra tutti i cittadini.

Ciò comporterà che in Italia il 10% della popolazione – formato da industriali, banchieri e multinazionali – non possiederà più, com’è attualmente, oltre il 60% della ricchezza nazionale prodotta dal proletariato, – negli Stati Uniti d’America oltre il 60% della ricchezza è persino posseduto dall’1% della popolazione e questa vergognosa e intollerabile disuguaglianza, dove di più e dove di meno, esiste in tutti i paesi dove comandano i padroni e i loro governi asserviti. Al contrario, nei paesi socialisti non esistono i padroni sfruttatori, i mezzi di produzione e la ricchezza nazionale prodotta appartiene in parti uguali a tutto il popolo, nelle aziende comandano tutti i lavoratori impegnati nella produzione e quando gli uomini e le donne nascono hanno già garantito l’assistenza sanitaria e gli studi sino ai massimi livelli e gli studenti a 18 anni già percepiscono lo stipendio, il lavoro al completamento degli studi, la casa per formare una famiglia autonoma, il godimento del tempo libero quotidiano e settimanale, le ferie annuali, una pensione dignitosa e i diversamente abili sono assistiti in tutti i loro bisogni dall’organizzazione statale, anche se totalmente inabili al lavoro.

I nemici del socialismo cercano di inculcare nelle masse la falsa e propagandistica idea che nei paesi socialisti non c’è libertà. Sì non c’è libertà di sfruttare il proprio simile, di accumulare ricchezza a danno degli altri, di vivere di rendita, di fare il vagabondo, di delinquere impunemente, di essere disoccupato, di morire di fame o di male sanità e di dover vivere con una pensione di fame, ma c’è la libertà di possedere tutto quanto occorre per una vita tranquilla e dignitosa, per sentirsi liberi dal bisogno e per vivere un’esistenza socialmente sicura e tranquilla, con meno pericoli di ammalarsi di esaurimento psichico. Senza sicurezza sociale non può esserci né libertà né democrazia vera e quelle che propagandano nel sistema capitalistico sono solo apparenti e prime di contenuto reale.

Pensavamo che nel giorno della memoria al Museo Civico del Torrione di Forio la propaganda anticomunista fosse stata tenuta fuori, anche per il riconoscimento storico che dobbiamo alla socialista Unione Sovietica, che nella seconda guerra mondiale ha avuto 27 milioni di morti, ha dato il maggior contributo nella sconfitta del nazi-fascismo in Europa, ha contribuito al processo di costruzione di tanti paesi socialisti, ha favorito lo sviluppo dei paesi del cosiddetto terzo mondo e ha avviato la costruzione di un mondo più equo e giusto per tutti. L’esistenza del mondo socialista ha favorito le conquiste sociali della classe lavoratrice operaia e intellettiva anche nei paesi capitalistici, conquiste che dopo la provvisoria sconfitta dell’Unione Sovietica da parte del capitalismo, dell’imperialismo e del cattolicesimo i padroni e i loro governi borghesi, clericali e capitalistici di centrodestra e centrosinistra si sono vergognosamente ripreso.

Ma così non è stato, anche a Forio nel giorno della memoria è prevalsa la tentazione di essere in sintonia col regime sociale, economico e politico dominante e rappresentare i comunisti come e peggio di Hitler. Che scempio della verità e della ragione perpetrato senza possibilità di contraddittorio, tra l’altro all’interno di una proprietà pubblica, cioè appartenente a tutte le componenti ideali, culturali, politiche e sociali di Forio e quando l’attività del Museo Civico del Torrione è sostenuta pure con un contributo annuo di 15.000,00 euro del Comune – Soldi dell’intera collettività foriana, che comprende anche i comunisti, che pagano le tasse e che svolgono le attività sociali previste dalla Costituzione e dalle leggi vigenti, che, come partito politico, hanno dato un contributo storico importante nella lotta per liberare l’Italia dal nazi-fascismo e per la conquista della Repubblica e della sua Costituzione democratica e antifascista ed è per questo che le loro idee meritano rispetto al pari di tutti gli altri concittadini. – da utilizzare per “i lavori di ordinaria manutenzione del bene e le spese di funzionamento dello stesso, nonché le spese legate alla promozione degli eventi”. Rispetto dell’opposizione politica e istituzionale dei comunisti anche perché quel luogo, traboccante di storia e di cultura, ospitò l’artista e poeta Giovanni Maltese, ribelle al potere del suo tempo, che non era diverso da quello di oggi, e che per tale ragione fu perseguitato politicamente e dopo morto le sue ossa furono collocate nella fossa comune.

Sicché, dopo aver apprezzato la recita di storie di sopravvissuti all’olocausto da parte di un gruppo di giovani artisti preparati e promettenti e al monologo di un altro bravissimo giovane che ha narrato un viaggio immaginario all’interno di un lager, ottima anche la regia dello spettacolo, ecco che un narratore, attingendo a ben conosciute fonti della propaganda anticomunista, basata sulla falsificazione di dati e avvenimenti, comunicava ai presenti che, tra l’altro, negli ultimi cent’anni Hitler non è stato il dittatore più spietato risultando terzo dopo Stalin e Mao, e seguito nella classifica dei genocidi da altri dirigenti comunisti come Lenin, Kim Il Sung e i revisionisti Tito, Brezhnev, Milosevic e Fidel Castro. Naturalmente il personaggio si è guardato bene dal parlare degli attuali presidenti francese e inglese, che con la guerra pretestuosa a Gheddafi e il suo assassinio hanno ridotto la Libia a un campo di battaglia e di carneficina umana e di quelli americani che hanno massacrato i popoli dell’Afghanistan e dell’Iraq creando il problema di milioni di profughi provenienti da quell’area geografica e regalandoci il mostro  dell’ISIS. Una tragedia epocale compiuta col sostegno dell’imperialismo e del nuovo colonialismo americano ed europeo, dell’Onu e della Nato.

Fin quando la storia dell’umanità viene interpretata e narrata nell’ottica degli interessi del potere culturale, economico, politico e sociale capitalistico e imperialistico dominante la verità degli avvenimenti rimane seppellita sotto una montagna di falsità asservite ai potenti del momento. E ancora, sino a quando la ricchezza di un paese è posseduta da una minoranza di individui, i ricchi, che con essa determina le condizioni della vita sociale, che posseggono gli strumenti della comunicazione e della formazione dell’opinione pubblica, che sottomettono le energie intellettuali del genere umano e che controllano e dispongono delle istituzioni pubbliche, la verità, la libertà e la democrazia semplicemente non esistono, perché esse sono l’opposto degli interessi sociali imposti da una minoranza sulla maggioranza delle persone. Finché sopravvive la dittatura economica, politica e sociale della minoranza padronale sulla maggioranza lavoratrice gli avvenimenti della storia sono sempre falsificati per magnificare i potenti di turno, da cui tutto dipende. I lavoratori col sistema economico collettivizzato possono fare a meno dei padroni, ma questi ultimi senza i lavoratori sono finiti.

L’esercizio della verità, della democrazia e della libertà dipende solo dal governo diretto e reale di tutto il popolo, che lo gestisce collegialmente senza limiti e imposizioni di interessi individuali ed egoistici, o meglio dipende dall’abolizione delle classi sociali per affermare una reale uguaglianza di tutti nella convivenza collettiva. Questo nuovo ordinamento sociale, a cui i comunisti e l’intero proletariato italiano lavorano, sarà prima socialista e poi comunista.

di domenico savio.

* Segretario generale e Consigliere comunale di Forio del P.C.I.M-L.

 

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