TRASPORTI MARITTIMI, LAMONICA: “UNA DELIBERA REGIONALE SDOLCINATA E PRO ARMATORI”

trasporti marittimi, Nicola Lamonica dell’autmare interviene con una nota sulla delibera di giunta regionale n.1  del 12 gennaio 2016

“ La Storia non è per niente un processo unidirezionale tutto orientato a un progresso illimitato e senza contraddizioni, è invece un cammino accidentato, tortuoso, fatto di passi in avanti, ma anche di passi all’indietro, di evoluzione, ma anche di involuzione, di riforme e rivoluzioni, ma anche di controriforme e reazioni ”

Giovanni Lamagna / filosofo e politico

Prendo in prestito il pensiero di Lamagna per calarlo nella tematica marittima aggiungendovi che l’esaltazione di ciò che non è, perché non appare negli atti, crea inutili aspettative e sciocco entusiasmo in un percorso di “ progresso involutivo”. E’ ciò che accade con la delibera di GR 112/2016 e con alcuni personaggi che, nonostante la realtà dica altra cosa, esultano per incontri regionali fuorvianti che trovano il tempo che trovano; che ingannano!

La prima verità che emerge dalla lettura dell’atto deliberativo citato è quella di trovarci di fronte ad un gruppo di politici capeggiati da De Luca a dir poco sprovveduti che non sa quello che fa, dal momento che propone, su sollecitazione certamente esterna, la cristallizzazione della mobilità marittima nella continuità di metodi e contenuti che nulla hanno prodotto di buono e la sua proiezione nel futuro per ancora tre anni. Ancora una volta la Giunta e gli Uffici regionali si mettono sotto i piedi la legge quadro 3/2002 laddove prevede l’affidamento delle linee attraverso gare e la legge 1/2009, ancora vigente, che vuole che i servizi essenziali siano di gestione di una società regionale al 51% pubblica.

In più, va detto che la delibera in discussione nulla esprime in termini di superamento dell’attuale lottizzazione degli accosti e del commerciale in un contesto che è al 100% controllato dagli armatori di sempre. Un atto che avalla e consolida, pertanto, la triste realtà affermatasi fino ad oggi: una realtà che nulla esprime in termini di discontinuità se non il solito inganno istituzionale che puntualmente trova il silenzio dei Sindaci e degli Ass.ri al ramo delle isole del Golfo in uno a quello tradizionale del Consiglio Regionale.

Ma, andiamo ai particolari:

  • la delibera in questione va incontro alle aspettative degli armatori che con la “ rinuncia da parte della Regione al giudizio di impugnazione dinanzi al Consiglio di Stato avverso alcune sentenze a loro favorevoli “, vedono consolidata la loto vittoria davanti al Tar;

  • La delibera nega le gare per le assegnazioni delle linee e consente agli armatori che già prestano servizi marittimi obbligatori e/o stagionali di poter esercitare ancora per tre anni i servizi in esserei; in più, lega le nuove richieste di offerte di servizi all’approvazione di un futuro Regolamento da approvare. Si tenga presente che tra gli atti che la Regione non impugna c’è anche il Regolamento regionale n. 6 dell’11 agosto 2014 che abrogava quello famigerato del 2003 che ha consentito per oltre un decennio il diritto di prelazione a favore di chi già era sulla tratta richiesta;

  • tante parti delle cosiddette “ linee di regolazione dell’organizzazione del trasporto pubblico locale marittimo “ sono delle pure ovvietà: aria fritta per adescare il consenso sulle definizione delle fasce orarie da potenziare; sull’organizzazione dei servizi; nel numero dei collegamenti minimi; sul piano tariffario, sulla necessità della carta dei servizi, sulle sanzioni, sull’impegno a legare i servizi anche agli approvvigionamenti, sul monitoraggio e controllo, …; e restano pie intenzioni le prescrizioni di cui al punto 2C, comma 4, circa gli aspetti qualitativi dei servizi da offrire ( climatizzazione, stabilizzazione, corsie di accesso per i PMR, …), che se legati all’esistente per effetto della deliberata proroga triennale difficilmente potranno essere garantiti con il naviglio oggi in circolazione.

  • la delibera definisce i tempi di percorrenza in perfetta sincronia con le prestazioni delle navi in circolazione: 90 minuti Ischia-Napoli; Procida Napoli 60 minuti; ischia Pozzuoli 60 minuti, … ; e, circa il naviglio veloce, fissa un tempo di 50 minuti ischia-napoli e nulla dice sui tempi di percorrenza della corsa diretta Forio-Napoli e delle corse Forio-Napoli con scalo ad Ischia. Rispetto a quest’ultimo collegamento ( Forio-Napoli con passaggio per Ischia ) se ai 50 minuti precedenti ci aggiungiamo i tempi di Forio-Ischia valutati in I5 minuti ed i tempi di sosta per imbarco ad ischia di circa 15 minuti raggiungiamo nella migliore delle ipotesi un tempo che si aggira sugli 80 minuti che è totalmente improponibile per il servizio veloce anche per una questione tariffaria;

  • la delibera non parla di istituzioni di corse veloci Casamicciola/Ischia-Procida-Pozzuoli tanto essenziali per il pendolarismo da lavoro, per il diritto alla salute, per il turismo; né richiama la riserva di posti a favore dei residenti e dei pendolari, particolarmente necessaria nei periodi caldi della mobilità turistica; né dà indirizzi utili circa il superamento degli inconvenienti che colpiscono gli studenti pendolari ischia e procida, l’accesso alla prenotazione, … e la istituzione del biglietto unico tra società ed anche del tipo terra-mare per i residenti delle isole.

Non sappiamo a questo punto cosa abbia deciso o deciderà la Commissione competente a cui l’atto deliberativo è stato inviato per il parere di competenza e non vogliamo pensare che questo ruolo si sostanti nella ratifica o che qualcuno si presti ancora una volta a formalizzare la legittimità del procedimento ignorando l’obbligo da parte della Regione di sentire il parere della Consulta per la Mobilità di cui all’art. 29 della legge 3/2009, che oltretutto non s’insedia da tempi remoti. Né vorremmo trovarci di fronte alla solita furbata di dichiarare soddisfatta l’esigenza del confronto e del parere degli utenti mettendo fuori gioco la struttura di cui sopra e privilegiando come nel passato rapporti con organizzazioni palesemente filogovernative.

In realtà verifichiamo una caduta istituzionale a garanzia degli interessi degli armatori e dell’intreccio commerciale che essi hanno concretizzato nel Golfo di Napoli; un film già visto che impone un nuovo impegno unitario sul fronte della proposta e della lotta!

Nicola Lamonica

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